«Non sei più socia»: la lettera le arriva a 29 anni dal suo omicidio

Martedì 12 Maggio 2020 di Alberto Beltrame
«Non sei più socia»: la lettera le arriva a 29 anni dal suo omicidio
Quando il nipote ha ricevuto la notifica della raccomandata, indirizzata a sua zia, morta assassinata 29 anni fa, ha fatto un balzo sulla sedia. Non voleva credere ai suoi occhi. E la ferita di quel delitto irrisolto, ritornato ciclicamente agli onori delle cronache tra rivelazioni eclatanti, nuovi indizi, inchieste riaperte e rimesse in cassetto e sospetti che mai portarono alla chiusura del cerchio, si è riaperta improvvisamente. Ma quella lettera destinata a Sandra Casagrande, la 44enne di Roncade uccisa con 22 coltellate il 29 gennaio 1991 nella sua pasticceria di via Roma, non era altro che una comunicazione, a dir poco tardiva, del Consorzio Veneto Garanzie, il consorzio fidi di Confartigianato. Un errore, questo è certo, considerato destinatario, tempistiche e contenuto della missiva, che riguardava la cancellazione dall'elenco dei soci della pasticcera, per cessata attività.

LA MISSIVA
La lettera raccomandata, dopo lungo peregrinare, era stata recapitata qualche giorno fa a un esercizio commerciale di via Roma, non lontano dal locale che ospitava un tempo la pasticceria di Sandra Casagrande. I proprietari sono quindi riusciti a rintracciare un parente della donna, un nipote che risiede nel Veneziano, e a lui l'hanno affidata. Facile immaginare il suo sconcerto nel vedere il nome della zia, a distanza di tanti anni dalla sua tragica morte, sull'intestazione della busta. Cosa aspettarsi da quella comunicazione dopo i mille capitoli della triste saga conclusa con più interrogativi di quando era cominciata? Mai si sarebbe ovviamente aspettato un'arida comunicazione in burocratese, in questa circostanza nient'altro che grottesca, relativa all'esclusione dall'elenco dei soci di un consorzio. Nulla di grave, ovviamente, ma allo stesso tempo tutt'altro che piacevole. 

IL GIALLO
Quello dell'omicidio Casagrande rimane uno dei più intricati gialli della cronaca trevigiana recente. Sandra venne uccisa una fredda sera di gennaio. Un uomo entrò nella sua pasticceria e le tolse la vita con 22 colpi di forbice al torace prima di far perdere le sue tracce. Il corpo martoriato della donna venne rinvenuto poco dopo da un cliente che era passato a salutarla, e subito dopo dal comandante della stazione dei carabinieri. Tanti, forse troppi, i sospetti, considerate le frequentazioni e la vita sociale della pasticcera, ma una sola persona fu formalmente indagata. La vicenda, secondo le ricostruzioni dell'epoca, fu circondata anche da un velo di omertà che non facilitò le indagini degli investigatori. «Le prime indagini si mossero in un ambiente sostanzialmente ostile oserei dire omertoso, con la sensazione che molti sapessero e che nessuno volesse dire nulla» disse in un'occasione l'ex procuratore della Repubblica Antonio Fojadelli, che nel 2009 riaprì formalmente il cold case. A permettere la riapertura il ritrovamento di uno straccio insanguinato, dal quale vennero estrapolate delle tracce di Dna (così come non fu possibile fare con le banconote sporche ritrovate nella colonnina self service rinvenute la sera dell'omicidio nel distributore di Biancade). Ma non corrispondevano con nessuno dei sospettati. E l'inchiesta fu nuovamente archiviata.
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