PADOVA - Ha lottato per trent’anni nel tentativo di ottenere la restituzione della preziosa tela. Alla fine ha dovuto accontentarsi di un modesto risarcimento in rapporto al valore del dipinto. Il professor Francesco Pozzi, erede della contessa Ida Borletti, figlia del fondatore della Rinascente, ha comunque ottenuto il riconoscimento del danno. Tra il gennaio e il luglio 1986 la nobildonna aveva subìto un clamoroso furto nella sua dimora veneziana di Dorsoduro.
Le era stata rubata la tela settecentesca del pittore veneziano Francesco Guardi raffigurante il San Lazzaro dei mendicanti (foto): valutazione sul mercato tra i 2 e i 3 milioni di euro. Del dipinto si erano perse le tracce fino a quando - nel 2009 - era riapparso tra le opere d’arte in esposizione alla Casa dei Carraresi di Treviso nella mostra dal titolo Canaletto, Venezia e i suoi splendori. L’opera risultava appartenere a Veneto Banca Holding.
Dai successivi accertamenti dei carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio artistico era emersa la provenienza furtiva dell’opera. Veneto Banca sosteneva però di averla acquistata al prezzo di 575mila euro dal gallerista padovano Luciano Franchi, che gestisce la "Nuova Arcadia" in via San Martino e Solferino. A cedere materialmente il quadro sarebbe stata la madre dell’esperto.
L’opera era finita sotto sequestro e Franchi era finito sul registro degli indagati per ricettazione. Al processo il gallerista si è difeso ricostruendo i diversi passaggi del dipinto. Il giudice l’ha assolto per insufficienza di prove sostenendo che non c’era prova che Franchi fosse a conoscenza della sua provenienza illecita. Il professor Pozzi non si è arreso e ha impugnato il verdetto di assoluzione. Nel frattempo è stato raggiunto un accordo transattivo nella parallela causa civile: Veneto Banca e il gallerista Franchi hanno saldato il conto risarcendo il vecchio proprietario della tela con complessivi 50mila euro.
Ultimo aggiornamento: 08:13
Le era stata rubata la tela settecentesca del pittore veneziano Francesco Guardi raffigurante il San Lazzaro dei mendicanti (foto): valutazione sul mercato tra i 2 e i 3 milioni di euro. Del dipinto si erano perse le tracce fino a quando - nel 2009 - era riapparso tra le opere d’arte in esposizione alla Casa dei Carraresi di Treviso nella mostra dal titolo Canaletto, Venezia e i suoi splendori. L’opera risultava appartenere a Veneto Banca Holding.
Dai successivi accertamenti dei carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio artistico era emersa la provenienza furtiva dell’opera. Veneto Banca sosteneva però di averla acquistata al prezzo di 575mila euro dal gallerista padovano Luciano Franchi, che gestisce la "Nuova Arcadia" in via San Martino e Solferino. A cedere materialmente il quadro sarebbe stata la madre dell’esperto.
L’opera era finita sotto sequestro e Franchi era finito sul registro degli indagati per ricettazione. Al processo il gallerista si è difeso ricostruendo i diversi passaggi del dipinto. Il giudice l’ha assolto per insufficienza di prove sostenendo che non c’era prova che Franchi fosse a conoscenza della sua provenienza illecita. Il professor Pozzi non si è arreso e ha impugnato il verdetto di assoluzione. Nel frattempo è stato raggiunto un accordo transattivo nella parallela causa civile: Veneto Banca e il gallerista Franchi hanno saldato il conto risarcendo il vecchio proprietario della tela con complessivi 50mila euro.
