Profughi a Crespano del Grappa, la sindaca Annalisa Rampin: «Qui non c'è posto, l'ex collegio delle scuole non è adatto»

Domenica 14 Gennaio 2024 di Paolo Calia
Profughi a Crespano del Grappa, la sindaca Annalisa Rampin: «Qui non c'è posto, l'ex collegio delle scuole non è adatto»

CRESPANO DEL GRAPPA (TREVISO) - «Crespano non è proprio il posto più adatto per realizzare un centro d’accoglienza: il paese è piccolo, i servizi pochi e malapena sufficienti per i residenti. Siamo, per così dire, ai confini dell’impero. Sulla nostra comunità l’impatto sarebbe troppo grande». Annalisa Rampin, sindaco di Pieve del Grappa, boccia sul nascere l’ipotesi di aprire un grande hub all’interno dell’ex collegio delle suore di Maria Bambina del Belvedere. La notizia, com’era prevedibile, ha scatenato un mare di reazioni. E ha preso in contropiede anche il sindaco stesso. Sono settimane che la Prefettura sta valutando, nel massimo riserbo, l’ipotesi trattando direttamente con l’ordine di “Maria Bambina” proprietaria del complesso. «Io non ero al corrente di nulla - ammette il sindaco - ma adesso so che sono anche stati fatti dei sopralluoghi, com’è giusto che sia.

La Prefettura però mi ha garantito che non è stata presa alcuna decisione, che non c’è nulla concreto». 


LA STRUTTURA
L’ex collegio è un edificio storico, tutelato dalla Soprintendenza e occupa un’area di circa 10mila metri quadrati. Al suo interno c’è anche un grande parco. Doverosamente attrezzato, sarebbe in grado di ospitare centinaia di persone. Per la Prefettura sarebbe la soluzione ideale per togliere pressione dai centri d’accoglienza realizzati nelle ex caserme Serena tra Treviso e Casier e Zanusso di Oderzo. Non è nemmeno la prima volta che l’ordine religioso mette a disposizione un suo immobile per l’accoglienza profughi. Accadde anche nel 2016, in occasione della precedente ondata migratoria, con un ex convento a Fonte. Anche in quell’occasione ci fu una levata di scudi, con tanto di fiaccolata di residenti per fare cambiare idea a Prefettura e sindaco. E non se ne fece nulla.


IL QUADRO
«Ma quella dell’ex collegio è solo un’ipotesi - mettono le mani avanti dalla Prefettura - uno dei gli immobili che stiamo vagliando assieme ad altri in vari comuni. Questo è un momento tranquillo sul fronte degli arrivi, ma dobbiamo pensare a quando gli sbarchi riprenderanno e farci trovare pronti». E qui sta il problema: i bandi per trovare posti letto e strutture disponibili ad ospitare i richiedenti asilo vanno regolarmente deserti e dai comuni di aiuti ne arrivano pochi. A oggi le due ex caserme continuano ad essere gli strumenti principali per reggere l’urto dei richiedenti asilo. 


IL NODO
E da Pieve Rampin tenta in tutti modi di togliere dalla lista delle possibili soluzioni anche l’idea di Crespano: «Stiamo parlando di un immobile sottoposto a vincolo monumentale - osserva - dove anche per fare il minimo intervento serve un percorso autorizzativo molto lungo. Non ritengo che sia un luogo ideale. La destinazione d’uso è per “servizi”, ma per poterci entrare è necessario eseguire degli interventi. Tempo fa avevamo chiesto la possibilità di trasformarlo in una scuola ma non è stato possibile perché, praticamente, non si può toccare assolutamente nulla. In fin dei conti non stiamo parlando di un capannone, ma di un edificio storico. E, sinceramente, avremmo anche altre idee per utilizzarlo». Intanto a Pieve scoppia la polemica. L’opposizione, con l’ex sindaco Nico Cunial, ha già chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario per trattare il destino dell’ex collegio e la prospettiva che diventi un centro d’accoglienza: «L’opposizione fa il suo lavoro e non c’è nessun problema a convocare un consiglio comunale per parlare - replica Rampin - ma, ripeto: stiamo parlando di un’ipotesi. Non c’è assolutamente nulla di concreto».

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