Pinarello, una morte senza ombre
la Procura chiede l'archiviazione

Venerdì 17 Gennaio 2014
Pinarello, una morte senza ombre la Procura chiede l'archiviazione
TREVISO - La morte a 40 anni dell’imprenditore e manager Andrea Pinarello fu una tragedia imprevedibile, senza colpe, né responsabili: è la conclusione alla quale è giunta la Procura di Gorizia che ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta avviata per chiarire le cause del decesso del manager nonché grandissimo appassionato di ciclismo.

Assistita dall’avvocato Roberto Campion, la famiglia Pinarello, una delle più conosciute di Treviso, ha scelto di non opporsi all’archiviazione. Probabilmente convinta che a stroncare Andrea (il terzogenito del capitano d’industria Giovanni, conosciuto in tutto il mondo da quanti amano il ciclismo) fu una tragica fatalità.

Andrea Pinarello morì a Staranzano (Gorizia) il 3 agosto 2011 al termine della prima tappa del Giro del Friuli cicloamatori. A ucciderlo, emerse dalla perizia medico legale ordinata dal pm Valentina Bossi, fu una cardiopatia aritmogena biventricolare. Gli esami tossicologici esclusero che l’imprenditore avesse assunto farmaci (nessuna traccia di anfetamine e sostanze riconducibili al doping).

L’esito dell’autopsia non cancellò però il sospetto che a stroncare il 40enne manager trevigiano potesse essere stato un infarto. Un’ipotesi che convinse la Procura goriziana ad approfondire gli accertamenti. «Toccherà agli inquirenti -precisò in quei giorni l’avvocato Campion- dimostrare se quella morte poteva essere evitata. E se sì, chi sarebbe dovuto intervenire».

Partì così un’indagine a 360 gradi per sapere se chi aveva concesso ad Andrea Pinarello il nulla osta a svolgere l’attività agonistica lo aveva fatto in modo corretto. Un presupposto, quest’ultimo, che avrebbe potuto determinare il coinvolgimento colposo di qualche medico. Inoltre, lo scompenso cardiaco, determinato dall’aritmia, poteva essere scongiurato o non avere esiti mortali se al termine della competizione ciclistica amatoriale ci fossero stati tutti gli strumenti (defibrillatore) stabiliti dalla legge per soccorrere un atleta in difficoltà?

Al termine dell’indagine entrambi gli interrogativi hanno avuto risposta e stabilito che la morte di Andrea Pinarello fu una fatalità determinata da un destino crudele.
Ultimo aggiornamento: 13:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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