Accoltellato nel campo di Varago per una bustina di droga, la videosorveglianza immortala la verità sull'omicidio: «E' Aymen ad aggredire il suo assassino»

Venerdì 4 Agosto 2023 di Valeria Lipparini
Omicidio di Maserada, la verità immortalata dalle telecamere di videosorveglianza: «Alge aggredisce il suo assassino»

MASERADA (TREVISO) - Un minuto e 10 secondi di immagini, riprese da una telecamera di videsorveglianza. È tutto lì, in quella manciata di attimi, il delitto di Aymen Adda Benameur, il 17enne, di origini algerine, ucciso a coltellate l’11 maggio scorso a Varago di Maserada dal 18enne Elia Fiorindi, tutt’ora in carcere. Si vede Aymen che prende per il collo Fiorindi e, nella mano destra, ha un coltello. È stato depositato il resoconto dell’accertamento tecnico irripetibile, disposto dal pubblico ministero Davide Romanelli, sulle telecamere della zona. Una telecamera, posta sulla casa in via Primo Maggio, proprio davanti al campo dove si è consumata la tragedia, ha immortalato l’omicidio.


LE IMMAGINI
Le immagini mostrano i due ragazzi, “Alge” Adda Benameur ed Elia Fiorindi, che camminano fianco a fianco. Poi, scoppia la rissa tra i due. Uno di fronte all’altro, i due giovanissimi si affrontano. Con “Alge” che tiene un coltello in mano. Ed Elia che a sua volta estrae una lama con la quale, nel corso della colluttazione, colpisce il 17enne allo stomaco, sotto al cuore e poi alla schiena. Il papà di Aymen, Amine Adda Benameur, ha però un’altra verità: «Sono stato ieri dall’avvocato (mercoledì ndr) Luciano Meneghetti e ho voluto vedere le immagini dell’uccisione di mio figlio. Si vedono chiaramente le quattro coltellate che Elia Fiorindi infligge a mio figlio in cinque secondi. Mentre lui è disarmato. Il primo fendente allo stomaco. Poi, mio figlio si gira sulla destra e viene colpito da sotto in su, con la coltellata mortale che lo raggiunge al cuore. Tenta di scappare, ma viene raggiunto dalle ultime due coltellate alla schiena. Morirà dopo una decina di metri. Adesso chiedo giustizia. Chiedo che chi ha ucciso mio figlio, resti in carcere per tutta la vita».


GLI AVVOCATI
Restano le visioni contrapposte tra gli avvocati. I legali di Elia Fiorindi, Fabio Crea e Luigi Torrisi, non hanno dubbi. Quella che mostra la telecamera è l’aggressione di “Alge” e Fiorindi che si difende. Ribadiscono: «La visione delle immagini della telecamera rappresenta la realtà dei fatti, così come raccontata da Fiorindi, rispetto alla visione di un frame sfocato. Continuiamo a ritenere credibile la versione di Elia ovvero che l’aggressione sia partita da “Alge” e che lo stesso aveva un coltello. Attendiamo il prosieguo delle indagini». Mentre, l’avvocato Meneghetti non ci sta. E rimarca: «Dalle immagini della relazione si vede che “Alge” non ha coltelli in mano. Si tratta di un’aggressione, così come avevamo detto fin dall’inizio. Resa evidente dal tipo di ferite». La telecamera fissa stabilisce il tempo dell’omicidio: quattro coltellate in cinque secondi. Poi, le figure escono dal cono di ripresa.

Il resto è la triste storia di un omicidio per pochi grammi di droga. 


IL DOLORE
Amine Adda Benameur non conosce tregua alla sua sofferenza: «Non ho dormito tutta la notte. Chiedo giustizia. Non mi interessa niente altro. Voglio che il ragazzo che ha rubato la vita di mio figlio e rovinato un’intera famiglia, resti in carcere a vita». Ma la verità è ancora tutta da costruire e verrà a galla, pezzo dopo pezzo, aiutata di sicuro dalla visione dell’intero filmato ripreso dalla telecamera di videosorveglianza.

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