Virus letale. Strage di conigli in un allevamento: allarme contagio a Montebelluna

Giovedì 4 Luglio 2019 di Laura Bon e Mauro Favaro
Virus letale. Strage di conigli in un allevamento: allarme contagio a Montebelluna
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VOLPAGO - Di fronte ai primi decessi di conigli verificatisi, alcuni giorni fa, in un allevamento di Volpago, sono scattate, immediatamente, le analisi dell'Usl. Ma ciò non è bastato ad evitare la morte, nell'arco di pochissimi giorni, di tutti gli esemplari, undici conigli, della realtà familiare. Ad ucciderli, come si legge nell'ordinanza di sequestro dell'attività emessa ieri dal sindaco Paolo Guizzo, un caso conclamato di malattia emorragica virale del coniglio, variante Rhdv2. «Praticamente - spiega Guizzo - quando sono arrivati i risultati dei prelievi effettuati sui primi esemplari morti, tutti gli altri avevano già fatto la stessa fine». La malattia spaventa gli altri allevatori per questo l'Usl ha chiesto al Ministero il via libera per poter vaccinare tutti i conigli della zona di Montebelluna.
 

LE MISURE ADOTTATERigidissime pertanto le misure adottate. «Oltre al sequestro dell'allevamento -prosegue Guizzo- è previsto il divieto di accesso di persone estranee nell'area in cui erano allevati i conigli. Ma è vietato anche portare fuori materiali e oggetti che possono contribuire a propagare la malattia». Vietato persino, per un mese e mezzo, lo smaltimento del letame. Nel luogo, inoltre, non potranno essere portati altri conigli se non dopo 15 giorni dalle operazioni di pulizia, lavaggio e disinfezione. Tutti i luoghi, del resto, dovranno essere accuratamente puliti e disinfettati». Le operazioni sono quindi molto attente, anche se, come assicura l'Usl, «la malattia colpisce esclusivamente i conigli: non c'è alcun rischio per l'uomo né per gli altri animali». Stefano De Rui, coordinatore del servizio veterinario dell'Usl della Marca, spazza infatti subito il campo dal dubbio più pesante: quello che la malattia emorragica virale da Rhdv2 possa contagiare le persone. Non è così. Nemmeno coloro che dovessero mangiare un coniglio colpito proprio da questa malattia corrono alcun rischio. Ma per gli allevatori della zona di Montebelluna, centro di riferimento per la produzione di carne di coniglio, non basta a tranquillizzare: la malattia, in un settore già in difficoltà da alcuni anni, è un vero e proprio spauracchio. Anche perché la sua diffusione si verifica attraverso gli insetti e di conseguenza bloccarla appare davvero poco agevole. Attraverso gli insetti, potrebbe espandersi anche ad altri, che in molti casi fino a ieri erano ignari del problema.
LA SOLUZIONEChe fare, allora? L'unica difesa efficace contro una possibile epidemia è il vaccino. Ma i costi sono alti. Per questo dall'Usl è partita la richiesta al ministero di poter mettere in piedi una riserva locale di vaccini, prodotti dall'istituto Zooprofilattico, da poter distribuire a prezzi accessibili in caso di emergenza. Non è un problema da poco. Il distretto di Montebelluna è uno dei più importanti d'Italia: arriva a produrre da solo oltre 4 milioni di conigli, il 25% del totale del resto della Penisola. «La variante della malattia emorragica virale del coniglio è presente in Europa da una decina d'anni. Ci sono già stati alcuni casi qualche tempo fa, sempre nella zona tra Volpago e Nervesa -fa il punto il veterinario- nella zona c'è un'altissima densità di allevamenti di conigli. E la mortalità in questi casi è alta. I timori nascono da qui. I vaccini rappresentano un rimedio estremamente efficace. Però i costi sono elevati. Generalmente gli allevatori oggi vaccinano i conigli riproduttori. Mentre non riescono a fare lo stesso con i piccoli, proprio per una ragione di spesa». Quindi, «dando all'istituto Zooprofilattico la possibilità di produrre vaccini stabulogeni si potrebbe creare una riserva da mettere a disposizione degli allevamenti a rischio; nella nostra zona potrebbero essere vaccinati tutti i conigli. Sarebbe l'ideale sia per gli allevatori che per il benessere degli animali. I casi registrati qualche anno fa erano stati affrontati attraverso la produzione di un milione di dosi di vaccini. A livello operativo non ci sarebbero problemi. Serve però l'autorizzazione del ministero, che ancora non c'è». Mentre l'allarme sale e, indubbiamente, il tempo stringe.
Laura Bon
Mauro Favaro 
Ultimo aggiornamento: 13:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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