Arriva da Napoli per assistere la sorella in coma, le ruba tutti i risparmi: lei si risveglia e lo denuncia

Mercoledì 8 Giugno 2022 di Maria Elena Pattaro
Terapia intensiva
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MONTEBELLUNA - Mentre lei lottava tra la vita e la morte da un letto d'ospedale, il fratello le ha svuotato il conto corrente. E pensare che era accorso da Napoli a Montebelluna per assisterla. Invece ha approfittato delle sue condizioni di salute critiche per intascarsi 9.800 euro. E una volta scoperto non ha rispettato la promessa di restituire il maltolto, così la sorella ha deciso di denunciarlo. Ora il 61enne P. F. A. andrà a processo per frode informatica.

Ieri il gup Piera De Stefani ne ha disposto il rinvio a giudizio. Il processo inizierà il 18 aprile del 2023.

SOLDI RUBATI
La vicenda risale invece al 2016, quando la sorella, una 66enne residente a Montebelluna è stata colpita da una forma particolarmente aggressiva di meningite. Tanto da essere ricoverata in ospedale e da rischiare la vita. Vista la situazione, avrebbe chiesto al fratello di assisterla. I due avevano buoni rapporti e la donna si fidava di lui. Ed è proprio di quella fiducia che lui ha approfittato. Entrato in possesso delle password per accedere all'home banking della malcapitata, il 66enne ha versato due bonifici nel proprio conto, per un totale di 9.800 euro, convinto che la sorella abbia ben altro a cui pensare in quel momento.
Terminata la degenza, però, il furto viene a galla: la donna si ritrova con il conto quasi prosciugato e andando a controllare le transazioni scopre che il responsabile non può che essere il fratello. Lui all'inizio tentenna, poi ammette il prelievo non autorizzato, si mostra pentito e promette di restituire il maltolto. I mesi passano e la signora si vedere restituire soltanto cifre irrisorie rispetto alla refurtiva sottratta. A nulla servono le sollecitazioni prima e l'ultimatum poi. Così non le resta che sporgere denuncia contro il fratello, amareggiata e delusa.

IL PROCESSO
Querela che ora sfocia in un procedimento penale. Inizialmente l'uomo era stato indagato per indebito uso di carte di credito, una fattispecie di reato che però è stata introdotta nel nostro ordinamento soltanto nel 2020. Così il gup del tribunale di Treviso ha riqualificato i fatti in truffa informatica, contestando anche l'aggravata della minorata condizione della donna. La 66enne si è costituita parte civile con l'avvocato Luisa Osellame. Ora confida di ottenere giustizia e un risarcimento. La fiducia tradita, invece, non potrà ripristinarla nessuno.
 

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