Colle Umberto. Un 44enne minacciava ed usava un anziano come "bancomat personale": «Ti uccido, dammi soldi»

Venerdì 30 Settembre 2022 di Valeria Lipparini
Anziano minacciato da un 44enne che lo usava come bancomat personale

COLLE UMBERTO - È stato minacciato, vessato, costretto a vivere in un clima di paura e intimidazione che è durato tre anni. E sotto minaccia ha dovuto sborsare, a più riprese, i soldi che aveva in casa. A prendere di mira l'allora 69enne, residente a Colle Umberto, è stato un marocchino 44enne residente a Vittorio Veneto, difeso dall'avvocato Isabella Arena, che ieri doveva comparire a processo, in Tribunale a Treviso, per rispondere delle accuse di estorsione e rapina di otto anni fa. Invece il processo è stato aperto e subito chiuso. Il giudice Gianluigi Zulian era stato anche il gip che lo ha rinviato a giudizio.


I FATTI
Ma i fatti sono emersi in tutta la loro crudezza. Tutto comincia nell'ottobre del 2011 quando il marocchino si presenta a casa del 69enne, residente a Colle Umberto, pensionato, e gli dice, senza mezze misure, che i suoi amici lo avrebbero ucciso se non gli avesse consegnato del denaro. Gli chiede 300 euro e il pover'uomo paga. Terrorizzato dal modo di fare dell'imputato e sicuro che gliel'avrebbero fatta pagare cara se non avesse consegnato il denaro. Spera che sia la prima e l'ultima volta. Ma si sbaglia. È diventato il bancomat per il 44enne, che nel frattempo ha fatto perdere le sue tracce e ieri non si sarebbe presentato nell'aula di Tribunale. Quando ha bisogno di soldi bussa alla porta del 69enne. E glieli chiede spaventandolo a morte. Usa lo stesso repertorio il 15 ottobre del 2011 e chiede altri soldi per lui e per i suoi amici. Il 69enne paga ancora. Stavolta sono 200 euro in contanti. Nemmeno una settimana dopo, il 21 ottobre dello stesso anno, torna alla carica. Dice al 69enne che la sua casa era circondata da gente che era pronta a bruciarlo vivo. Quindi, lo costringe a salire in auto e gli chiede di prelevare 500-600 euro per avere salva la vita. Un giochetto diventato anche troppo facile per il marocchino che l'1 novembre ci riprova mostrando all'uomo due lunghi coltelli e gli assicura che li avrebbe usati se non avesse avuto altri soldi in mano. In tutto, gli spilla 2mila euro.

Perchè sempre in novembre si fa consegnare altri 400 euro e poi ancora 350 euro sempre sotto la minaccia di morte certa. Passa un lungo periodo di tempo poi lo incontra per strada a Vittorio Veneto. Siamo nel 2014. Lo blocca aprendogli la portiera dell'auto e costringendolo a consegnargli quanto aveva nel portafogli, cioè 50 euro. Gli dice che sono solo un anticipo di altri 2mila euro che si aspetta gli vengano consegnati. Ed è a questo punto che, denuncia alla mano, iniziano le indagini che portano al rinvio a giudizio dell'imputato e al processo che ieri avrebbe dovuto veder sfilare i primi testimoni. L'udienza è stata rinviata in gennaio del prossimo anno.


IL PRECEDENTE
Un episodio che non è degenerato fino all'uccisione del 69enne, che oggi ha 78 anni, ma che richiama, immediatamente, il più triste caso dell'anziano di Pieve di Soligo, massacrato in casa da un rapinatore, per una busta di surgelati e qualche merendina. Adriano Armelin, 83 anni, era stato aggredito ferocemente nel marzo scorso nella sua casa di via Schiratti da Mohamed Boumarouan, marocchino di 36 anni residente a Moriago, arrestato dai carabinieri di Vittorio Veneto.

 

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