SuperMario truffato, il legale della ragazza: «Ho incastrato Balotelli, ora mi faccio la Ferrari gialla»

Venerdì 21 Febbraio 2020 di Redazione Online
SuperMario truffato, il legale della ragazza: «Ho incastrato Balotelli, ora mi faccio la Ferrari gialla»
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VICENZA/TREVISO - La vicenda del ricatto sessuale a Mario Balotelli sta prendendo i contorni del romanzo all'italiana: tutto sarebbe stato un trappolone architettato fra Vicenza e Treviso per spillare soldi e..  - magari - «comprarsi una Ferrari» o anche  due «una gialla e una blu» stando a quanto ci sarebbe nelle intercettazioni dell'avvocato trevigiano che assiste la presunta vittima.
 

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C'è una novità sul ricatto hard a Mario Balotelli.

La ragazza di Bassano del Grappa, ora 19enne ma all'epoca 17enne, che aveva minacciato il bomber del Brescia chiedendogli 100mila euro per non denunciarlo per violenza sessuale, in realtà quella denuncia poi l'aveva fatta: depositata in Procura a Brescia due anni fa da parte della giovane, minorenne all'epoca dei fatti.

Truffa a Supermario: la telefonata registrata con la ragazza

SuperMario pare ci fosse cascato almeno così emerge dalla conversazione con la ragazza (che lui non sapeva stesse registrando) avvenuta il 15 settembre 2017. Nell’esposto con il quale l'attuale bomber del Brescia ha denunciato di essere stato vittima di estorsione da parte della vicentina (con la quale aveva avuto un flirt nel periodo in cui giocava nel Nizza) e del suo legale  trevigiano, l'avv. Roberto Imparato, si legge di «una strana telefonata: lei non mi aveva mai parlato in quel modo e avevo la sensazione fosse in presenza di altri. Mi diceva di non essere maggiorenne, come invece mi aveva sempre detto, ma di avere 16 anni. Poi diceva che aveva subito violenza... Ero esterrefatto».
 

Mario Balotelli e l'accusa di violenza sessuale su minore

Nella chiamata in questione, la ragazza vicentina parla dell'incontro, la notte del 26 luglio 2017 nella discoteca High Club di Nizza: «Piangevo, secondo te perché piangevo? (...) Che poi ti dicevo sempre di smetterla, di smetterla, di smetterla e non ce la facevo...». Racconta di rapporti iniziati in modo consensuale ma proseguiti - per volere di Balotelli - anche quando chiedeva di interrompere. E il calciatore sembra ammettere di aver sentito quei lamenti «e la terza volta ho visto che ti faceva male e ho smesso» ci sarebbe nella registrazione. Non sapeva che la ragazza - su indicazione del suo avvocato - stava registrando la conversazione per avere l’arma di ricatto necessaria a costringerlo a pagare per il suo silenzio. Almeno questa è la tesi della procura di Vicenza che vuole processare Imparato per estorsione in concorso con la giovane cliente. Il legale trevigiano chiese ai legali di Balotelli 100 mila euro per non consegnare il nastro ai giornali scandalistici.

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Il blitz dei carabinieri in casa della ragazza e nell'ufficio dell'avvocato trevigiano
Il 18 gennaio 2018 scatta il blitz dei carabinieri di Vicenza che perquisiscono case e uffici dei due indagati. Sequestrano documenti, hard disk e telefoni, altri li mettono sotto intercettazione. Ne esce il quadro del «trappolone»: chat e file audio nei mesi scorsi sono confluiti nei fascicoli delle inchieste aperte da Vicenza (per l’estorsione compiuta da Imparato), dalla procura per i minori di Venezia (sempre per il ricatto, ma stavolta l’indagata è la ragazza) e dai magistrati di Brescia, su Balotelli per la presunta violenza sessuale.

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«Abbiamo fatto cento prove. La ragazza è un’attrice nata»
I carabinieri avrebbero trovato una conversazione tra Imparato e una sua collega avvocato che risale al 15 settembre 2017, proprio lo stesso giorno della "registrazione". Il legale trevigiano spiega che la sua cliente ha concluso la telefonata e dice: «Appena finito: Imparato 1 - Balotelli 0. Registrato per 20 minuti. Voglio una Ferrari gialla... e una blu». La collega chiede cosa farà della registrazione. Lui gongola: «Confessione piena... Devo pensarci, è delicatissimo». E si lascia sfuggire una frase che getta un’ombra su tutto: «Abbiamo fatto cento prove. La ragazza è un’attrice nata». Quindi l’intera telefonata, la voce rotta dal pianto, le pause... sarebbe stata soltanto una recita. «Alla fine - chiosa - Balotelli fa pena». Poi la versione del legale cambia con gli inquirenti: «La Ferrari era una battuta - avrebbe detto Imparato - Io e la mia cliente eravamo disposti a chiudere transando tra i 60 e i 100 mila euro. Balotelli ne offrì 30mila.  I soldi spettavano a lei e il mio onorario sarebbe stato ben inferiore, altro che Ferrari». 
 
 


La chat all'amica: «L’avvocato mi ha detto che devo dirgli che ho un trauma, che non dormo...»
Non è finita. I carabinieri sono risaliti a un’altra chat, la presunta vittima di violenza racconta a un’amica come si dovrà svolgere la telefonata: «L’avvocato mi ha detto che devo dirgli che ho un trauma, che non dormo e che non vado a scuola... Devo dire ‘ste cose a Mario. E gli devo dire che mi chieda scusa, almeno. Così lo becco in pieno». La persona con cui si sta confidando, azzarda: «Ma l’avvocato, che ti ha consigliato di fare?», e la ragazza assicura: «Questo. E deve registrare». Poi le spiega che una sua cugina che abita in Francia dovrà andare al High Club e trovare un buttafuori disposto a testimoniare «che urlavo e gli dicevo basta basta». È convinta di riuscire a spuntarla: «Mi basta questo. Perché lui mi ha stuprata: io ci sono stata sì, ma non per la violenza». Quest’ultima frase riassume ciò che pare emergere dagli atti delle inchieste: non è chiaro se ci sia stata o meno una forzatura da parte di Balotelli. Quel che si intuisce leggendo diverse chat, è che lei quel 26 luglio non visse gli eventi con la consapevolezza di essere vittima di uno stupro. Solo mesi dopo, quando «l’avvocato mi ha spiegato che se lui non si ferma subito allora è violenza», cambiò idea.
 

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 15:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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