Furti di biciclette, a Treviso i ladri preferiscono rubare quelle elettriche

Sabato 8 Luglio 2023 di Maria Elena Pattaro
Furti di biciclette, a Treviso i ladri preferiscono rubare quelle elettriche

TREVISO - Rubate dalle rastrelliere o dai garage di casa e poi rivendute per intero o “smembrate”. Nella Marca si moltiplicano i furti di biciclette elettriche. Le razzie di mezzi a pedali sono un fenomeno duro a morire. Basta dare un’occhiata al numero delle denunce presentate alla polizia locale di Treviso per rendersene conto: 102 solo da gennaio a maggio. Nel resto della provincia la situazione non si discosta molto: le segnalazioni di furti di bici sono all’ordine del giorno. A far gola ai ladri sono soprattutto i modelli a batteria: più costosi e più richiesti. Il mercato è vastissimo, il mercato nero fiorente. Tanto per le bici intere quanto per i singoli componenti. Motivo per cui, ultimamente, soprattutto a Treviso e nella zona della Castellana sono decine le e-bike trafugate. Alcune di queste vengono poi ritrovate a distanza di giorni e di chilometri dal luogo del furto, “spolpate” della batteria o di altri accessori. A descrivere un quadro allarmante è un cicloamatore di Motta di Livenza, che un anno e mezzo fa ha creato una pagina Facebook per raccogliere segnalazioni di furti, dopo che una banda di professionisti gli aveva rubato il suo gioiello a due ruote: una bici da corsa da 10mila euro. 

Ladri seriali di biciclette elettriche, il fenomeno

«Mi arrivano decine di segnalazioni: ne ho raccolte circa trenta in tutto il Nord Est nelle ultime settimane. Molte di queste in provincia di Treviso - spiega l’amministratore della pagina -. Il fenomeno è in aumento e i furti più frequenti, ultimamente, sono quelli di biciclette elettriche». L’ultimo sos pubblicato sulla pagina “Bici rubate a Treviso e provincia - Segnalazioni” riguarda una e-bike sparita da Castelfranco, in pieno giorno, dal garage di un condominio di via Monfenera. «A quest’ora potrebbe esser già in Serbia o in Romania: sono molto richieste nell’Europa dell’Est - prosegue il cicloamatore, che monitora periodicamente i siti di rivendita a caccia di eventuale refurtiva -. Questa peraltro è una posizione strategica: in due ore si è oltre confine». Anche nel caso degli assalti ai negozi di rivendita, le e-bike sono tra le prede più ambite insieme alle bici da corsa e a quelle da gravel. Lo sa bene il negozio “Bike me” di Villorba, razziato a metà maggio da una banda di professionisti, che in pochi minuti hanno racimolato un bottino da oltre 90mila euro. A fine maggio la questura di Padova ha smantellato uno di questi commandi dell’Est. 

Le contromisure

«È stata un’operazione importante - sottolinea l’esperto, deciso a portare avanti la “crociata” contro i ladri di biciclette -. Ma per arginare i furti ognuno deve fare la propria parte. Nel mondo del ciclismo, ho notato una maggiore attenzione da parte di chi organizza le gare: si adottano misure di sicurezza più stringenti per scongiurare i furti prima e dopo le competizioni». E i cittadini come possono correre ai ripari? «Innanzitutto personalizzando la propria bici il più possibile - spiega - in modo da renderla riconoscibile e quindi molto più difficile da vendere. E poi non lasciarla mai incustodita senza catena e lucchetto. Nel caso di bici di valore, anziché tenerle in garage, custodirla in casa. E denunciare sempre i furti». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci