Smog alle stelle, Treviso come Hong Kong. L'Ulss: «Usate le mascherine»

Mercoledì 31 Gennaio 2024 di Mauro Favaro
Foto d'archivio di una ciclista con la mascherina per proteggersi dallo smog

TREVISO - Lo smog è a livelli di guardia. E l’Usl della Marca suggerisce di usare le mascherine quando si è all’aperto. La raccomandazione è rivolta in particolare alle persone più fragili. «Le mascherine chirurgiche sarebbero già qualcosa, dato che potrebbero in qualche modo trattenere almeno parte delle polveri sottili all’esterno del sistema respiratorio. Possono aiutare -spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’azienda sanitaria- nei momenti di grande allerta bisognerebbe fare come i giapponesi, che usano la mascherina. In quel paese lo fanno. Così come si fa a Hong Kong e in altre città altamente inquinate».


NUOVA STRETTA

Purtroppo la Marca, come buona parte della pianura padana, non è da meno. Proprio ieri a Treviso è scattata l’allerta rossa prevista dalle misure antismog quando il livello delle polveri pm10 registra una concentrazione superiore a 50 microgrammi per metro cubo d’aria per 10 giorni consecutivi. In questo periodo le emissioni degli impianti di riscaldamento si sommano a quelle delle automobili. Non a caso l’allerta rossa ha portato a una nuova stretta sulla circolazione dei veicoli più inquinanti. L’assenza di pioggia fa il resto. Una tempesta perfetta. Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei cittadini si vedono soprattutto nel lungo termine tra asma, diabete, cardiopatie e cancro. Sulla base dell’ultimo report dell’Agenzia europea per l’ambiente, si stima che solo nella Marca muoiano 1.000 persone all’anno a causa dello smog.

Un indice di grandezza confermato anche da Isde, l’associazione dei medici per l’ambiente.


MISURA PREVENTIVA

Ovviamente nessuno è obbligato a indossare la mascherina. Resta il fatto che potrebbe rappresentare una misura di prevenzione ulteriore nei momenti in cui l’aria si fa proprio irrespirabile. Anche perché ci sono pure dei problemi che prendono forma immediatamente. «Ci possono essere irritazioni, mal di gola, bronchiti - specifica il direttore generale dell’Usl - i veicoli rappresentano una fonte di inquinamento importante. La conformazione della pianura padana, poi, con la sua scarsa ventilazione, porta a una stagnazione. Inoltre siamo in un periodo nel quale gli impianti di riscaldamento sono in funzione». A Treviso gli occhi sono puntati anche sull’aeroporto Canova. Il master plan per lo sviluppo dello scalo ha imposto la redazione di uno studio epidemiologico per valutare eventuali correlazioni tra le emissioni degli aerei e i problemi di salute delle oltre 20mila persone che abitano attorno alla pista tra Treviso, Quinto e Zero Branco. Il servizio Epidemiologia dell’Usl ha iniziato a raccogliere dati sulla mortalità, la frequenza dei ricoveri in ospedale, il consumo di farmaci, le richieste per prestazioni specialistiche ambulatoriali e, non da ultimo, il registro dei tumori. L’indagine riguarda i cittadini che abitano in 4 quartieri di Treviso (Canizzano, Sant’Angelo, San Giuseppe e San Lazzaro), nel comune di Quinto (esclusa la frazione di Santa Cristina e la zona della biblioteca comunale) e i residenti nel borgo di Sant’Antonio a Zero Branco. «Si tratta di uno studio a lungo termine -conclude Benazzi- i primi risultati potrebbero essere disponibili per la fine dell’anno».

Ultimo aggiornamento: 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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