Ragazza morta alla Bocon di Pieve di Soligo. «Quella ditta era già stata sanzionata dagli ispettori Spisal»

Mercoledì 15 Novembre 2023 di Mauro Favaro
Ragazza morta alla Bocon di Pieve di Soligo. «Quella ditta era già stata sanzionata dagli ispettori Spisal»

PIEVE DI SOLIGO - «Dolore e rabbia per la morte di Anila Grishaj, operaia alla Bocon di Pieve di Soligo, azienda già sanzionata dallo Spisal».

Parla così Rachele Scarpa, deputata trevigiana del Pd, dopo la tragedia sul lavoro che ha spezzato la vita della 26enne nello stabilimento dell'azienda attiva nel settore della commercio di surgelati. «Era un'operaia, una mia coetanea, una giovane lavoratrice morta sul luogo di lavoro, dove la vita la si prova a costruire, e dove non si dovrebbe mai rischiare di perderla sottolinea Scarpa in attesa che si faccia chiarezza sulla dinamica, esprimo le mie più sentite condoglianze alla famiglia e a tutti i suoi cari. Presenterò ogni atto possibile per fare luce su questo episodio e per cercare che non ricapiti più».


LA RABBIA
Anche la Cgil di Treviso usa toni definitivi. «Ho smesso da tempo di credere nel fato quando si parla di tragedie sul lavoro. C'è sempre un'incongruenza. E la si supera solo con la cultura della sicurezza dice il segretario Mauro Visentin Dove non c'è il sindacato, purtroppo è ancora più difficile far comprendere la necessità di uno scatto culturale in questo senso». Dalla Cgil aprono le porte a un possibile incontro con i lavoratori della Bocon. «Se sarà possibile, siamo pronti. È fondamentale chiedersi cosa si fa dopo situazioni del genere per fare in modo che non ricapitino aggiunge Visentin in questo momento esprimiamo tutto il nostro cordoglio nei confronti della famiglia della 26enne e di tutti i suoi colleghi». La Cisl di Treviso e Belluno pone anche l'accento sulla necessità di aumentare il personale dello Spisal e gli ispettorati del lavoro. «Il senso di frustrazione e di indignazione è enorme: non si può morire a 26 anni per portare a casa lo stipendio scandisce il segretario Massimiliano Paglini Morti e infortuni sul lavoro non possono essere considerati un qualcosa di ineludibile. Dobbiamo mobilitare ogni donna e ogni uomo di questo territorio per fermare questa strage. Chiediamo prima di tutto l'aumento del personale dello Spisal, degli ispettorati del lavoro e di tutti i soggetti preposti alla vigilanza. Allo stesso tempo è fondamentale prevedere percorsi obbligatori e propedeutici di formazione, destinati anche al personale esperto».


LA CONDANNA
Sulla stessa linea la Fai Cisl di Treviso e Belluno, la federazione dell'agricoltura: «Gli episodi di infortuni mortali nel settore agroalimentare purtroppo stanno diventando sempre più frequenti specifica il segretario Andrea Meneghel Da anni cerchiamo di costruire, non senza ostacoli, una cultura della prevenzione che passa attraverso i soggetti che hanno ruoli di competenza e responsabilità. Purtroppo questa nostra insistenza a volte non viene recepita, soprattutto nelle realtà dove ci "osteggiano" e non siamo presenti». La Uil punta all'aggiornamento dei protocolli di sicurezza. «È preoccupante leggere quotidianamente di incidenti sul lavoro quando dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo dopo casa propria evidenziano Roberto Toigo e Gian Luca Fraioli, segretario regionale e coordinatore provinciale qualcosa non va se dall'inizio dell'anno abbiamo più di 60 morti sul lavoro: bisogna assolutamente rivedere i protocolli di sicurezza».


L'APPELLO
Dal Pd, infine, si fa appello a un'assunzione di responsabilità collettiva. «In Veneto si continua a morire di lavoro. Ed è un bollettino drammatico dice il segretario regionale Andrea Martella ancora una volta chiediamo a tutte le istituzioni preposte di passare ai fatti rispetto a questa emergenza, che non è ancora una priorità nell'agenda politica del governo centrale e regionale». «Chiediamo che a livello regionale si attivi quanto prima un osservatorio sulla sicurezza conclude Giovanni Zorzi, segretario del Pd della Marca più di tante parole, serve un'iniziativa urgente di coordinamento di tutte le autorità responsabili, tra cui Usl, Inail e ispettorato del Lavoro, in materia di prevenzione e controllo. C'è bisogno che la politica a tutti i livelli consideri una priorità fermare questa strage».

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