Il fisco stanga Mauro Marin: 30mila euro
«Pochi pasti nella trattoria di famiglia»

Venerdì 6 Luglio 2012 di Giorgio Volpato
Mauro marin nel laboratorio per lavorare carni (Photo Journalist)
TREVISO - Mauro Marin, di questi giorni, ha poca voglia di scherzare. Nessuna ironia, ma occhi rosso fuoco. Perch il trionfatore del Grande fratello numero 10, questa volta ha trovato un concorrente spietato e non potr eliminarlo. La "casa", quella dove tutto era concesso, ora la condivide con ben altri avversari. Sono gli ispettori dell’Agenzia delle entrate. Quelli di Montebelluna sono andati a fargli visita, circa un mese fa, scandagliando conti e fatture dell’azienda familiare che Mauro ha rifinanziato con i proventi del successo ottenuto al Gf10. Perché quella era la sua intenzione, mentre partiva, ignoto al grande pubblico, alla volta di Roma.



Così, sia l’azienda che la trattoria sono rimaste in attivo. Ma da quella visita inattesa gli è arrivato un conto salato: 30mila euro. Motivo? Nel 2009 i Marin non avrebbero dichiarato al fisco proventi per 70mila. «Verifiche del tutto lecite - premette Mauro - ma è il modo in cui sono state fatte che io contesto». Poi inizia il racconto.



«Nel 2008 salta la Lehman Brothers, la crisi è conclamata, anche da noi. L’anno seguente provo a farmi pubblicità in televisione. Al Gf10 sappiamo come è andata. Dopo la vittoria, per un paio d’anni ho girato l’Italia, ho conosciuto gente, fatto amicizie, anche in meridione. Torno a casa e la prima cosa di cui mi informa mio fratello Matteo è questa: un mese fa, era venerdì, sono venuti quelli delle Agenzie delle Entrate di Montebelluna: due signori distinti, un uomo e una donna. Hanno trovato lo stabilimento vuoto. Ma sono tornati un martedì in trattoria, suscitando la reazione di mio padre, che per fortuna io e mio fratello Giulio siamo riusciti a fermare, anche se si è messo a urlare: "Non siamo sudditi dello Stato italiano". Questo in un periodo in cui i suicidi sono all’ordine del giorno e le agenzie di Equitalia vengono prese di mira e devastate».



Pochi giorni dopo Mauro è a Milano per registrare un programma a Channel 24: «C’era anche Ricucci - ricorda – e tralascio i particolari. Alle 15 mi arriva una telefonata di mio fratello: "Mauro, gli abbiamo dato tutta la documentazione richiesta e ci hanno presentato un conto di 30 mila euro". Immaginate il mio viaggio di ritorno in treno». L’anno contestato: il 2009, durante il quale sarebbe emersa un’evasione per redditi non dichiarati per 70 mila euro. «Ci chiesero anche i documenti dal 1993 in avanti sui cespiti».



Mauro viene colto dalla rabbia: «Una mazzata tremenda e la voglia di sfasciare tutto. Hanno contato i posti a sedere in trattoria. Nonostante la recessione sia sotto gli occhi di tutti, applicano gli studi di settore e ancora secondo loro solo il conto del lavoro del solo disossamento della carne dei maiali era pari a 23 mila euro, con la presunzione che quella carne l’avevamo venduta. Questo e tutta una serie di abbagli che hanno portato ad una serie di incongruenze palesi».



All’azienda, sostanzialmente, viene contestato il fatto di aver utilizzato gli scarti delle bestie da lavorare per conto terzi, producendo altri salami. «Ci danno anche dei ladri. Il problema è che non sanno come lavoriamo, non sono del settore». Altra contestazione: l’attività della trattoria. Pochi i pasti denunciati a fronte della capienza. «Hanno fatto i calcoli basandosi sui tavoli. Non considerano l’autoconsumo, ovvero pranzi e cene che consumiamo in famiglia: o dobbiamo fatturare anche quelli?».



Sessanta giorni di tempo per fornire le controdeduzioni. Morale: eliminare i costi, aumentare le vendite, in ultima ratio chiudere l'attività. «Perchè invece non eliminano gli enormi sprechi di cui si parla? Il responsabile di un’azienda se sbaglia paga, perché i politici non pagano mai? Noi non siamo cittadini, né sudditi. A Monti dico solo questo: attenzione a non tirare troppo la corda. Quando ci avrete tolto tutto cosa farete? Noi veneti, 2000 anni di storia gloriosa, contro 150 anni di unità d’Italia e di politici che hanno creato il disastro che ora impongono a noi di risanare. Hai voglia andare al Grande Fratello. Lo Stato alla fine ti presenta sempre il conto. Lotterò fino alla fine con tutte le mie forze, per dimostrare che l’etichetta di evasore non mi appartiene».
Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 13:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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