Cartello in cimitero: «Basta rubare le piantine dalla toba dei miei genitori»

Martedì 9 Novembre 2021 di Claudia Borsoi
Il cimitero di Ceneda e il cartello
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VITTORIO VENETO - Ladri di fiori e piantine in azione nel cimitero di Ceneda. Non una novità, certo, visto che periodicamente questi episodi si registrano nei nove campisanti della città. Ma questa volta pare che i ladri abbiano preso di mira, e con insistenza, una tomba, tanto che i parenti dei defunti, che qui riposano, hanno voluto mettere nero su bianco tutto il loro sdegno. «Perché continuate a rubare le piantine dalla tomba dei miei genitori?» l'interrogativo riportato a chiare lettere rosse da un figlio su un foglio affisso con lo scotch al muro in cemento vicino alla tomba all'interno di quello che è il più grande cimitero cittadino.
Un interrogativo che non è passato inosservato a chi in questi giorni si è recato nel camposanto a far visita ai propri cari defunti ed è passato nei pressi di questa tomba bersagliata dai furti di fiori. Un interrogativo che chi l'ha scritto spera che anche i ladri possano prenderne visione, la smettano di sottrarre le piantine e magari si pentano pure per ciò che hanno commesso. «Ormai non c'è neanche più rispetto dei morti» commenta una signora osservando il cartello. «Gente senza dignità, gente che non ha più morale: il cimitero è un posto sacro» sottolineano altre persone.
Non è questa la prima volta che spariscono fiori, piante e piccoli oggetti votivi dalle tombe del cimitero di Ceneda e degli altri campisanti della città, oltre a scope ed innaffiatoi.

Due anni fa, alla vigilia di Ognissanti, i ladri avevano rubato pure i cartelli gialli posti dal Comune fuori dai cimiteri che invitano a non lasciare oggetti incustoditi nelle auto per pericolo furto. In altri casi i malviventi erano entrati in azione tra le tombe, rubando la borsetta appoggiata a terra a delle signore mentre queste erano impegnate a mettere i fiori ai propri cari defunti.

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