Furto di barbatelle a Cimadolmo. Appello del consorzio di tutela Prosecco doc: «Servono più controlli»

Martedì 9 Maggio 2023 di Laura Bon
Furto di barbatelle a Cimadolmo. Appello del consorzio di tutela Prosecco doc

MONTEBELLUNA (TREVISO) - Da Montebelluna a Maser a Cimadolmo: è allarme per i furti di barbatelle. Il prosecco di Marca continua ad andare a ruba, anche quando è una semplice piantina. Quasi un migliaio di piantine di “glera” sono state rubate nella notte tra venerdì e sabato da un vigneto dell’azienda agricola “Giacomazzi” a San Michele di Piave, frazione di Cimadolmo. I titolari dell’azienda agricola, Egidio, Elio e Bruno Giacomazzi, le avevano acquistate da un consorzio della zona. Il danno ammonta a circa 4mila euro, oltre alle ore di lavoro.

Visto il ripetersi di questi furti qualcuno ipotizza l’esistenza di una banda organizzata per furti su commissione.

Furto di barbatelle, i precedenti

In particolare, nel Montebellunese un colpo analogo si era verificato lo scorso 7 aprile, tra il venerdì e il sabato di Pasqua a Montebelluna in via Castagnole. Ignoti, varcati i cancelli di un terreno adiacente a quello dell’azienda agricola, avevano fatto razzia di piantine. La scoperta solo nei giorni successivi, quando i dipendenti dell’attività avevano informato il proprietario che, a quel punto, non aveva potuto fare altro che rivolgersi ai carabinieri. Lo scorso 17 aprile, invece, era stato un imprenditore agricolo di Maser che, al suo arrivo nel campo in via Cal di Riese, aveva notato la mancanza di ben 1.500 piantine di vite “glera”: un danno di circa 6mila euro. «Il fatto che grandi superfici siano coltivate a glera, la più richiesta, fa sì che i casi riguardino proprio tale specialità - afferma Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, vice presidente del consorzio di tutela Prosecco doc - Il danno non è solo economico ma anche morale. Risulta spontaneo chiedersi come limitare i casi: forse con maggiori controlli, ma ovviamente non è semplice».

La situazione

L’agricoltore di Maser vittima dei furti, nelle scorse settimane li aveva ricollegati da un lato all’alto prezzo della glera, dall’altro al fatto che questa è, quest’anno, difficilmente trovabile sul mercato. Una tesi, quest’ultima, sottoscritta anche da Gallarati Scotti Bonaldi. «Quest’anno - afferma - la richiesta è stata superiore alle aspettative anche perché molte piante sono state colpite dalla flavescenza dorata più che in passato. Malate, andavano quindi sostituite ma la disponibilità è risultata inferiore alla richiesta. Per gli agricoltori, ci sarebbe la possibilità di ricorrere ai barbatelloni, piante più grandi, di due tre anni, ma il costo è decisamente superiore, di due tre volte tanto rispetto al prezzo delle barbatelle, che è comunque di quasi quattro euro, circa il doppio delle altre».

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