Traffico di doping, farmacia chiusa fino a Natale, la titolare rischia il procedimento

Martedì 7 Dicembre 2021 di Maria Elena Pattaro
Sigilli alla farmacia di Castagnole di P

PAESE - Sigilli alla farmacia di Castagnole: resterà chiusa fino a Natale. La titolare, la dottoressa Valentina Alessi Battaglini, 45enne di origini messinesi, è tra i 65 indagati del traffico nazionale di sostanze dopanti smascherato dai Nas un mese fa. La maxi operazione dei militari del Nucleo antisofisticazione e sanità era sfociata, a inizio novembre, nell'arresto di Pietro Munisteri, personal trainer agrigentino di 35 anni, e della madre Anna Maria Taormina, 60 anni, bidella in aspettativa residente a Trevignano. Alla luce dell'inchiesta, l'Usl 2 aveva deciso di sospendere l'attività per tre settimane: dal 6 al 25 dicembre. L'ordinanza, notificata già martedì scorso, è stata eseguita ieri mattina. Alle 8.30 i Nas e gli agenti della polizia locale si sono presentati nel negozio di via D'Alessi e hanno apposto i sigilli, alla presenza della titolare, indagata per somministrazione di farmaci in modo pericoloso per la salute.

La donna avrebbe venduto sottobanco medicinali proibiti ai body builder, rifornendo molti dei clienti del personal trainer, che compravano farmaci usando ricette false. «Di questa storia non so nulla - aveva dichiarato nell'immediato la 45enne -. Lasciatemi in pace, non ho niente da dire».


IL TRAFFICO

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la farmacia di Castagnole faceva parte del canale di approvvigionamento italiano (ce n'era anche uno estero) dei medicinali dopanti che madre e figlio rivendevano ai culturisti di tutta Italia, per un giro di affari da oltre 100mila euro. La farmacista è sospettata di connivenza con Munisteri: è a Castagnole, infatti, che il 35enne avrebbe utilizzato gran parte delle false ricette bianche, create ad arte per ottenere anabolizzanti, sostanze a base di testosterone, dell'ormone della crescita ma anche di nandrolone. Secondo i Nas, la farmacista, in un arco di sei mesi avrebbe venduto 900 scatole di medicinali proibiti, tra cui il Testovis e l'Andriol. Di queste, 300 sarebbero state cedute con false ricette bianche. Mentre delle restanti 600 si sono perse le tracce. La decisione presa ora dall'autorità sanitaria ha delle inevitabili conseguenze per gli utenti, soprattutto per chi aveva già prenotato i tamponi. «Dispiace perché la farmacia è un servizio importante per la frazione - commenta la sindaca Katia Uberti - ma l'utenza va tutelata e le indagini devono fare il loro corso».


PROCEDIMENTO DISCIPLINARE

Per la farmacista indagata si prospetta anche l'eventualità di un procedimento disciplinare. L'Ordine dei farmacisti di Treviso l'ha già sentita in audizione e la prossima settimana il Consiglio di pronuncerà sull'apertura del procedimento, in attesa di acquisire la documentazione completa. «L'accusa è molto grave: se trovasse conferma sarebbe il reato peggiore che un farmacista possa compiere - dichiara Giuseppe Losego, presidente dell'ordine, ribadendo quanto affermato all'indomani della maxi operazione -. E' una condotta che va contro la deontologia e la nostra stessa mission. Somministrare anabolizzanti e dopanti senza la necessaria prescrizione significa minare la salute degli utenti. Qualora il reato fosse conclamato, l'ordine sarà inflessibile». Per simili violazioni si può arrivare anche alla radiazione dall'Albo.

 

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