Domus Dotti V, il b&b di lusso: «Poco turismo a Treviso, servono più eventi»

Giovedì 17 Agosto 2023 di Mauro Favaro
Un'immagine della Domus Dotti V, una delle dimore più suggestive del centro storico di Treviso

TREVISO - «Avevamo iniziato come B&B. Ma da un paio d’anni abbiamo scelto di concentrarci solo sugli affitti a medio e lungo termine, non turistici. Per lavorare bene nel campo del turismo deve esserci una città propensa al turismo. E qui non c’è un’offerta adeguata: giusto una mostra all’anno e poco altro. Praticamente ci arrangiavamo a organizzare attività per i nostri clienti. Così non si riesce. Ed è chiaro che poi i prezzi salgono». A parlare è Alice Rossi della Domus Dotti V, dimora storica con 7 camere in vicolo Dotti, una delle strade più iconiche del capoluogo. Fermi restando gli sforzi arrivati da più parti, a cominciare dal Comune, la Treviso turistica non decolla. «In agosto tutti i posti del mondo sono pieni. Ma perché ciò accada deve esserci una città viva. Invece Treviso in questo periodo è deserta. Di fatto le persone che vengono a visitarla non trovano nemmeno una guida – sottolinea Rossi – senza fare confronti con Venezia, è sufficiente paragonarla a Bassano, che è pure più piccola. In quel contesto vengono organizzati mille eventi. Qui, invece, qualche concerto e una serie di bancarelle. In centro alla fine ci sono solo bar». La villa da oltre 1.000 metri quadrati oggi può essere presa in affitto per un minimo di una settimana. Sul portale Immobiliare.it indicano un prezzo di 12mila euro al mese. L’emergenza Covid ha fatto da spartiacque. E ora le cose procedono. «Dopo il Covid abbiamo pensato che non si poteva continuare a far fronte ai costi con un turismo così basso.

Non si può farlo solo per la gloria – spiega Rossi – adesso lavoriamo in particolare con eventi, matrimoni ma anche famiglie che arrivano dagli Stati Uniti, magari per valutare l’acquisto di una casa. Poi ci sono molti emigrati che organizzano riunioni per ritrovare la loro famiglia. E così via». 


TASSO DI OCCUPAZIONE

Sul fronte degli hotel e dei B&B, comunque, l’83% delle strutture di Treviso inserite nel circuito Booking.com risulta occupato per questo fine settimana. Tra i risultati figura ancora la villa di vicolo Dotti con una tariffa di 900 euro a notte. «Ma non è così: non siamo su Booking», specifica Rossi. Per il prossimo fine settimana le strutture occupate scendono al 72%. Si può trovare una camera doppia a 104 euro a villa Ca’ Zenobio e a 218 al Leoni di Collalto Palace, fino a 223 euro nel Treviso City Town 4 e a 257 euro negli appartamenti Deluxe Isola di Mezzo. Mentre a livello generale la tariffa più bassa si attesta sui 60 euro a notte. 

“BASSA STAGIONE”

«Il turismo a Ferragosto è stato in linea con lo scorso anno. Sicuramente c’è un un sentiment su prezzi eccessivi in centro storico, al pari delle grandi città, che non può reggere e che scoraggia una grande fetta di mercato – avverte Dania Sartorato, presidente della Confcommercio della provincia di Treviso – di contro, sembrano buone le prospettive per settembre per la zona Unesco e l’area collinare. Nell’insieme, credo che la Marca abbia un’offerta diversificata che sta crescendo molto bene sia nei centri storici che nelle zone collinari”. Il cuore dell’estate, però, a quanto pare qui non rappresenta l’altissima stagione. «Soprattutto nelle mezze stagioni, il trevigiano vive anche di luce propria – aggiunge Sartorato – sul Ferragosto, in particolare, credo che i pubblici esercizi aperti abbiano lavorato bene, soprattutto quelli open air. Senza nulla togliere alle tradizioni ferragostane delle grigliate, che si mantengono». Quel che è certo è che tra gennaio e maggio, ultimi dati riportati dall’ufficio statistico regionale, la Marca si è confermata fanalino di coda a livello veneto. Gli arrivi (quasi 329mila) registrano ancora un meno 11,9% rispetto allo stesso periodo del 2019, prima del Covid. E le presenze (quasi 695mila) addirittura un -14,3%. In nessun’altra provincia il recupero dopo l’emergenza sanitaria è andato così a rilento. Il tutto mentre le colline del Prosecco continuano ad andare in controtendenza: con oltre 73mila arrivi, i 29 comuni dell’area hanno già guadagnato il 12,3% rispetto a prima del Covid. 

Ultimo aggiornamento: 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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