Tamponi a tappeto nella Marca per fermare la variante Delta

Domenica 27 Giugno 2021 di Mauro Favaro
Un tampone rapido
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TREVISO Vaccini e tamponi nei centri vaccinali per continuare a frenare l’epidemia tenendo sotto controllo la minaccia della variante Delta, meglio conosciuta come indiana. Da martedì i cittadini che accederanno ai centri allestiti dall’Usl faranno prima l’iniezione anti-Covid e poi, sfruttando il quarto d’ora di osservazione, anche il tampone rapido.

VARIANTI

Sarà l’asse principale del nuovo piano di screening studiato per evidenziare il prima possibile l’eventuale diffusione di mutazioni del virus. Non solo. L’Usl ha già preso contatti con Assindustria Venetocentro anche per entrare nelle aziende nel mese di luglio e sottoporre i lavoratori al test rapido. Il terzo passo riguarda le manifestazioni, le sagre e gli eventi pubblici in programma per questa estate. Il camper del dipartimento di Prevenzione, usato nelle scorse settimane per vaccinare gli over 60, potrà piazzarsi all’ingresso per offrire a tutti la possibilità di fare il tampone rapido. E a settembre si ripartirà con i test nelle scuole. In base alle indicazioni arrivate dalla Regione per lo screening sulle varianti, l’Usl è chiamata a eseguire almeno 5.268 tamponi al giorno. Ma si andrà pure oltre. «Da due giorni non registriamo nessun contagio. Adesso da una parte bisogna continuare a vaccinare e dall’altra dobbiamo andare a cercare il virus per scongiurare il rischio che in autunno gli ospedali tornino a riempirsi – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – per questo abbiamo deciso di fare il tampone alle persone che si vaccineranno, in modo da attivare subito i necessari isolamenti». Solo nei centri vaccinali verranno eseguiti circa 5mila test al giorno, alla luce della riduzione delle forniture di Pfizer.

L’OBIETTIVO

Il primo obiettivo è rallentare la variante Delta. Dopo il focolaio nella comunità Sikh di Ormelle, ora spento, nell’ultimo periodo sono stati confermati altri sporadici contagi dovuti alla mutazione indiana. Non si può abbassare la guardia. «Il focolaio di Ormelle si è spento e gli altri casi non risultano collegati tra loro – fanno sapere dal centro di Microbiologia di Treviso – ad oggi, comunque, la variante Delta non ha portato allo sviluppo di forme gravi di malattia. Sappiamo però che tenderà a diventare predominante». Superando pure la mutazione inglese, che oggi rappresenta ancora oltre il 90% del totale dei contagi. Lo stesso direttore generale dell’Usl evidenzia che l’indiana può essere più contagiosa anche del 40 o 50% rispetto al virus che abbiamo imparato a conoscere.

IL CONTROLLO

Da qui la necessità di tenerla sotto controllo. «Il focolaio di Ormelle ci ha confermato una volta di più che con il tracciamento e gli isolamenti non c’è la propagazione del virus», specifica Benazzi. A luglio lo screening entrerà direttamente nei luoghi di lavoro. «Per tutto il mese avremo la possibilità di andare alla ricerca di eventuali focolai all’interno delle aziende», conferma il direttore generale. Solo ampliando la ricerca si può ridurre il rischio che la variante cresca di sorpresa. Il discorso vale anche per i test a margine delle manifestazioni pubbliche. «Siamo pronti a intervenire con il camper in occasione dei vari eventi pubblici nei quali sarà richiesta la nostra presenza – tira le fila Benazzi – e a settembre riprenderemo con i tamponi nelle scuole».

I GIOVANI

Nel frattempo continua con la campagna vaccinale. Nelle prime due settimane di luglio verrà ridotta del 30% a causa di una diminuzione nella fornitura delle dosi Pfizer. Si procederà con 5mila iniezioni al giorno. Poi si dovrebbe tornare alla normalità. Quel che è già certo è che al 10 agosto, considerando vaccinati e prenotati, oltre il 70% dei quasi 800mila trevigiani con più di 12 anni avranno ricevuto almeno la prima dose. Proprio nelle ultime ore l’Usl ha diffuso un video per invitare le famiglie dei ragazzi tra i 12 e i 16 anni a vaccinare i loro figli. «Finalmente è arrivato il momento di vaccinare anche i nostri ragazzi – sottolinea Stefano Martelossi, primario della Pediatria di Treviso – lo hanno dimostrato le varianti: nei prossimi mesi, quando la popolazione sarà vaccinata, i bambini e i giovani potrebbero essere un serbatoio di infezione, facendo circolare il virus e rendendo difficile quel controllo della trasmissione che è fondamentale». «Il vaccino si è dimostrato efficace e sicuro anche in questa classe di età – conclude – efficace perché i ragazzi vaccinati sono risultati protetti. E sicuro perché gli effetti collaterali sono rarissimi. Per i ragazzi è più rischioso andare in giro in motorino che vaccinarsi contro il Covid»

Ultimo aggiornamento: 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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