Coronavirus: dieci persone in isolamento, rientrate dall'Oriente con la tosse

Martedì 4 Febbraio 2020 di Mauro Favaro
Rischio contagio da Coronavirus

TREVISO - Coronavirus. Massima attenzione su tutte le persone che stanno rientrando dalla Cina. L'Usl della Marca serra le maglie contro il nuovo coronavirus. Al momento sono una decina i trevigiani sottoposti a isolamento domiciliare per 15 giorni perché colpiti da febbre, tosse o altri problemi respiratori dopo aver lasciato l'oriente. Non possono uscire né avere contatti troppo ravvicinati nemmeno con i conviventi. Vengono definiti casi oggetto di attenzione. Non ci sono situazioni gravi: scatterebbe l'immediato trasferimento nell'unità di Malattie infettive del Ca' Foncello. E ad oggi non ci sono ricoverati. Per massima precauzione, comunque, l'Usl ha inviato a Padova alcuni tamponi faringei in modo da poter definitivamente escludere l'eventuale presenza del nuovo coronavirus. Non è più necessario rivolgersi all'istituto Spallanzani di Roma, il centro nazionale per le malattie infettive, come fatto con l'imprenditrice di 50 anni rientrata dalla Cina con la febbre, il primo caso, di cui ha dato conto il nostro giornale, per il quale dal trevigiano è partita una richiesta del genere. Adesso c'è anche il test rapido sviluppato dall'Università di Padova. Come successo proprio con la 50enne, a fronte di un esito negativo verrà revocata la misura dell'isolamento domiciliare.

PRECAUZIONI
«La nostra concentrazione è rivolta alle persone che stanno rientrando dalla Cina conferma Sandro Cinquetti, direttore del servizio Igiene e sanità pubblica al momento ci sono alcune persone, il totale non arriva alla doppia cifra, in isolamento domiciliare. E per massima precauzione abbiamo deciso di inviare i tamponi a Padova per fare il test sul nuovo coronavirus anche a chi presenta una sintomatologia lieve». 
 



I LIVELLI
L'Usl ha innalzato il livello dei controlli per arginare da subito la diffusione del virus cinese. Il protocollo prevede tre livelli di allerta per le persone che rientrano dall'oriente con infezioni simil-influenzali: in caso di assenza di sintomi si procede con il semplice controllo della febbre per 15 giorni; con una sintomatologia non grave, categoria nella quale rientrano i pazienti oggi sotto osservazione, scatta l'isolamento a casa per 15 giorni, tempo che copre l'eventuale incubazione della malattia, con l'eventuale invio di tamponi per eseguire accertamenti; se ci sono sintomi importanti, invece, il paziente viene ricoverato in Malattie infettive, con annesso test per verificare se ci sia stato un reale contagio legato al virus cinese. Nel frattempo la campagna per le vaccinazioni contro l'influenza stagionale verrà prorogata di un paio di settimane. Il termine era stato previsto per il 31 gennaio. Invece si andrà avanti fino alla seconda metà di febbraio. «Prevediamo che il picco di contagi dell'influenza si verifichi a metà mese conclude Cinquetti i nostri servizi restano a disposizione, in particolare per le persone rientrati nelle categorie a rischio: quelle con più di 65 anni e chi già convive con altre patologie. Il vaccino contro l'influenza stagionale non riguarda il coronavirus, però consente di ridurre il numero di forme influenzali che in un momento delicato potrebbero causare in alcune persone degli allarmi ingiustificati». E non si tratta di un'accortezza di poco conto, dato che il nuovo coronavirus cinese inizialmente fa emergere sintomi del tutto compatibili con quelli di sindromi simil-influenzali, come febbre, tosse e mal di gola.
Mauro Favaro

Ultimo aggiornamento: 10:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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