Borso. Truffa, commercialista si intasca le tasse del cliente e a lui pignorano la casa. Finisce a processo

Giovedì 13 Ottobre 2022 di Maria Elena Pattaro
Commercialista truffa il cliente rubandogli le tasse

BORSO DEL GRAPPA (TREVISO) - «Sono cartelle esattoriali pazze, non preoccuparti è tutto a posto». Mentre rassicurava il cliente, preoccupato per l’arrivo di tutti quei solleciti del fisco, si sarebbe in realtà intascata i soldi delle sue tasse. Così la commercialista è finita a processo con l’accusa di appropriazione indebita. La 65enne (C. F. le sue iniziali) si sarebbe trattenuta più di 50mila euro di imposte, non versate, di un ignaro cliente, tra il 2011 e il 2016. Al malcapitato a un certo punto era stata addirittura pignorata la casa per i debiti con l’Erario. Vittima della disavventura è un 58enne di Borso del Grappa, che ha trascinato alla sbarra la sua consulente contabile. Una donna di cui si fidava: il loro era un rapporto di amicizia prima ancora che di lavoro. La vicenda sarebbe iniziata già nel 1997 quando l’uomo aveva deciso di aprire una partita Iva.

Chiedere all’amica di tenergli la contabilità gli era sembrata la scelta più naturale. Peccato che, stando alla ricostruzione della Procura, la donna non avrebbe versato neppure un centesimo dei soldi ricevuti dal cliente per pagare le imposte. L’uomo risultava insolvente, tanto da far fioccare le lettere di Equitalia, che sollecitavano il pagamento. 

Le rassicurazioni della commercialista alla vittima

Il 58enne aveva chiesto conto alla sua consulente contabile, ricevendo di volta in volta rassicurazioni: «Mi diceva che era tutto a posto, che non dovevo preoccuparmi. Si trattava di cartelle esattoriali “pazze” e di errori commessi dall’Agenzia delle Entrate - ha spiegato ieri mattina al giudice, durante l’udienza -. Mi fidavo di lei e questa fiducia incondizionata mi ha offuscato la capacità critica. Col senno di poi i segnali del raggiro erano evidenti». La commercialista avrebbe fornito lettere, tutte false e con tanto di timbri di Equitalia, per certificare gli sgravi fiscali. Nel 2008 l’uomo si vede addirittura ipotecare la casa: anche in quell’occasione le rassicuranti della commercialista lo avevano convinto: non poteva che trattarsi di un errore che si sarebbe sistemato. Ma otto anni dopo, nel 2016, l’abitazione risultava ancora sotto ipoteca. 

Documenti falsi

Il 58enne lo aveva scoperto suo malgrado quando aveva cercato di aprire un conto in banca ricevendo un diniego proprio per questo motivo. A quel punto il cliente vuole vederci chiaro e fa fare un controllo all’Agenzia delle Entrate. Dalla verifica emerge che i documenti forniti dalla donna, vidimati col timbro di Equitalia, sarebbero dei falsi. Così il malcapitato si è trovato a dover pagare - ovviamente a rate - gli oltre 50mila euro di tasse arretrate, che la sua commercialista si sarebbe intascata. 

Ultimo aggiornamento: 19:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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