Sos personale, tremano anche le colline Unesco: non si salva neanche l'Osteria senz'oste

Mercoledì 18 Maggio 2022 di Pio Dal Cin
L'osteria senz'oste
12

VALDOBBIADENE - Sos personale anche tra gli operatori delle colline dell'Unesco. A fronte di una richiesta eccezionale di forza lavoro mancano le figure professionali da inserire nella ristorazione, negli alberghi, nelle cantine e in tutti i settori volti ad accogliere le migliaia di turisti delle colline divenute patrimonio dell'Unesco.

Un problema ribaltato: il lavoro c'è ma non si trova il personale.

LE STORIE
Uno degli esempi più eclatanti arriva da Isidoro Rebuli, titolare della trattoria Alla Cima e del Municipio 1815 a San Pietro di Barbozza. «È impossibile trovare personale. Per quello che riguarda la trattoria - spiega il titolare - Siamo a posto, solo perchè il personale è con me da molti anni, sono contenti di restare e rappresentano per me una sicurezza. Ma sei mesi fa una delle cameriere si è trasferita in Sicilia e ho dovuto penare per quasi quattro mesi per sostituirla». «Nell'altra attività, l'hotel Municipio 1815 antica sede del municipio di Valdobbiadene e fino al 1975 scuola elementare che ho frequentato io stesso - continua Rebuli - ho il personale dell'hotel, ma ho dovuto rinunciare ad aprire il ristorante con la meravigliosa terrazza che si apre su un panorama mozzafiato con trenta posti a sedere. Non riesco in alcun modo a trovare personale di sala».

POSTI RIDOTTI
Anche più in alto, sul monte Cesen Luca Gallina gestore della Malga Barbaria allarga le braccia: «Ho dovuto ridurre i posti a sedere perchè non riesco a trovare nessuno che voglia venire quassù a lavorare per i quattro mesi della stagione. Ho contattato alcuni ragazzi della scuola alberghiera ma nessuno si è fatto sentire». La crisi tocca anche l'agroalimentare. Cesare De Stefani, oltre che a gestire la celeberrima Osteria senz'Oste è titolare di una salumeria e di una macelleria a Guia di Valdobbiadene: «Sono alla disperata ricerca da mesi di quattro figure professionali: un autista, due persone da inserire nell'area produzione, e una nell'area spedizioni. Il lavoro non manca, quello che manca sono i candidati. Nell'area dell'Osteria sen'Oste avrei bisogno di qualcuno che si dedicasse alla cura e allo sfalcio a mano di tutta la zona. Nessuno si fa avanti. Certo non è lavoro facile, ma sono disposto a pagare bene chi lo volesse fare, purtroppo finora non ho avuto risposta». «Trovare una persona avvezza all'uso della falce è come cercare un ago nel pagliaio» conclude De Stefani.

LE CANTINE
Anche numerose cantine delle colline si trovano a dover fare i conti con la penuria di personale. Il grido d'allarme arriva da Col Vetoraz, lanciato dal titolare Paolo De Bortoli: «Stiamo da tempo cercando figure altamente professionali ma è impossibile trovarle. Siamo disposti a formarle, ma lavori e compensi evidentemente non sono più appetibili. Siamo al paradosso: a uno dei miei addetti è stato offerto un posto di camionista. Lo hanno allettato offrendogli soldi e lui non ci ha pensato due volte». Non la qualità del lavoro, o la soddisfazione di un lavoro che piace o che apre spiragli di carriere. A farla da padrone è inesorabilmente l'offerta economica. La ricetta di Desiderio Bortolin sta nel creare una squadra affiatata. «La squadra che ho creato molti anni fa è la stessa, gli operai e gli impiegati sono con me da tanto tempo. Forse il segreto sta nel creare un posto di lavoro sereno e tranquillo».

L'ALTRO FRONTE
A complicare un quadro già difficile, i vincoli burocratici. Fabiano Berton gestisce a Valdobbiadene un'azienda agricola assieme al padre, in tutto venti ettari di vigneto che ogni anno diventano per lui sempre più difficili da mantenere. È lui a puntare il dito contro la burocrazia: «Dovrebbero aiutarci snellendo le pratiche burocratiche. Ad esempio, durante la vendemmia non è possibile che ci richiedano una montagna di scartoffie per i lavoratori stagionali. Un operaio per la vendemmia mi costa quasi 15 euro e a lui ne rimangono in tasca circa 6, è ovvio che non voglia più tornare la stagione successiva». Per Giovanni Zanon, di Villa Abbazia Relais& Chateau di Follina serve una sinergia tra coloro che formano le nuove leve dell'accoglienza e le strutture ricettive: «Occorre motivare i giovani in modo diverso mentre sono a scuole. Istituire delle borse di studio e allungare i tempi dello stage in modo che imparino qualcosa, cosa che oggi non succede visti i tempi troppo brevi di tirocinio».
 

Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 12:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci