Corruzione in caserma, tre carabinieri patteggiano: chiedevano mazzette per chiudere un occhio con gli imprenditori cinesi

Venerdì 14 Gennaio 2022 di Giuliano Pavan
La caserma di Castelfranco
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CASTELFRANCO - Concussione, corruzione, furto, falso e rivelazione di segreto d'ufficio. Sono le accuse che, a vario titolo, hanno portato davanti al gup Marco Biagetti quattro carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Castelfranco Veneto (tre di loro stanno cercando un accordo con la Procura per patteggiare la pena) e altre tre persone. Si tratta di Giuseppe Alù, brigadiere di 57 anni adesso in congedo, e dei militari Giampiero Attanasio, 38 anni, Diego Iacoucci, 46 anni, e Damiano Nardulli, 39 anni.

Assieme a loro dovranno essere giudicati anche Pajtim Aliu, kosovaro di 31 anni residente a Castelfranco Veneto, Congbing Hu, 50enne cinese residente a Rossano Veneto, e Leonardo Girardi, 38enne di Vedelago che, a conti fatti, ha dato il via all'inchiesta.

IL PROCESSO
I sette imputati torneranno in aula il prossimo 14 luglio, e prenderanno strade diverse. Alù (avvocato Luca Dorella), Attanasio (avvocato Paolo Pastre), e Iacoucci (avvocato Enrico Maria Ambrosetti) presenteranno richiesta di patteggiamento (sotto i 4 anni di reclusione), mentre Nardulli (avvocato Fabio Crea) e Aliu (avvocato Laura Mattucci) non sceglieranno alcun rito alternativo: per entrambi si prospetta il rinvio a giudizio. Hu (avvocato Piero Zuin) presenterà richiesta di messa alla prova mentre Girardi (avvocato Elisa Berton) presenterà causa di non punibilità in quanto è stato il primo a denunciare la vicenda.

LA VICENDA
Stando a quanto descritto nel capo d'imputazione, l'inchiesta portata avanti dalla Procura di Treviso (adesso finita nella mani del sostituto procuratore Davide Romanelli), i carabinieri sono sotto accusa per aver taglieggiato una quindicina di imprenditori cinesi, tutti della zona della castellana. Si va dalle contestazioni riguardo la scarsa pulizia all'interno della fabbrica alla mancata esposizione dei prezzi sulle singole confezioni, dall'assenza degli estintori alle partite a carte all'interno del negozio. Tutte presunte violazioni per le quali i militari, promettendo di chiudere un occhio, si facevano consegnare dagli imprenditori cinesi somme di denaro che andavano dai 100 fino agli 800 euro. I casi contestati dalla Procura di Treviso ad Alù, Attanasio, Iacoucci e Nardulli, a vario titolo, sono più di una trentina. Soldi che però sono stati richiesti, in tre occasioni, anche a seguito di controlli stradali. Sono i casi che riguardano gli altri tre imputati. Sia Pajtim Aliu che Congbing Hu, il primo nella primavera del 2016 e il seondo nell'agosto del 2017, erano stati pizzicati a guidare con la patente di guida sospesa. entrambi, per evitare il fermo del veicolo, avrebbero pagato i militari. Aliu avrebbe dato 250 euro, con la promessa che il mese successivo avrebbe consegnato la stessa somma, ad Alù e Iacoucci. Hu invece 300 euro ad Attanasio e Iacoucci. Leonardo Girardi, fermato il 6 marzo 2018 a Castelfranco Veneto, era al volante in stato d'ebbrezza: con 170 euro consegnati ad Alù e Attanasio se la sarebbe cavata senza alcun verbale.
 

Ultimo aggiornamento: 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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