Bimbo si rompe il polso, rimbalzato da un ospedale all'altro: viene ingessato solo dopo quattro giorni

Mercoledì 20 Settembre 2023 di Mauro Favaro
Il pronto soccorso dell'ospedale di Treviso

TREVISO - Tre diversi pronto soccorso e quattro giorni di attesa per riuscire a trovare qualcuno che ingessasse il polso a un bambino di 7 anni. E' stata una vera e propria odissea quella vissuta da una famiglia trevigiana tra gli ospedali di Jesolo, Treviso e, infine, Montebelluna. «Venerdì scorso mio figlio si è fratturato il polso giocando al mare - racconta la madre, Alessandra Ortica - e dopo vari giorni su è giù per gli ospedali, è stato ingessato solo ieri, 19 settembre, mattina a Montebelluna». Il lungo giro è iniziato venerdì sera. In seguito alla botta, il braccio del piccolo aveva iniziato a gonfiarsi e a fargli sempre più male. Il ghiaccio non era sufficiente. Così la famiglia si è rivolta al pronto soccorso di Jesolo. «Ma qui ci hanno spiegato che, anche attendendo, non avrebbero potuto fargli una radiografia perché non c'era personale», rivela la mamma. Una volta immobilizzato il braccio del bambino con un bendaggio, hanno detto loro di tornare il giorno seguente. Detto fatto, dopo aver atteso per tutta la mattina di sabato, la radiografia ha confermato la frattura del polso. Avanti con il gesso? No. «Ci è stato riferito che a Jesolo non potevano ingessarlo perché non c'è il reparto di ortopedia - continua la madre - siamo stati invitati ad andare lunedì in ospedale a Treviso, dove risiediamo».

INDICAZIONE ERRATA
In caso di urgenza, Jesolo dovrebbe inviare i pazienti all'ospedale di San Donà di Piave.

Ma tant'è. Lunedì mattina il bambino è andato a scuola con la fasciatura. E nel pomeriggio è stato portato nel pronto soccorso di Treviso. Al triage gli è stato assegnato il codice bianco, quello per problemi non gravi né urgenti. «Abbiamo spiegato che avevamo già fatto la radiografia e che era stata riscontrata una frattura», specifica Alessandra Ortica. In ogni caso sono rimasti in sala d'attesa dalle 17.30 a dopo le 21. «Il personale ci ha detto che c'erano altri casi più urgenti e che dovevamo attendere, sempre che l'unico ortopedico presente facesse in tempo a visitare il bambino sottolinea la mamma arrivati a sera, siamo stati rimandati a casa con l'indicazione di tornare il giorno dopo (ieri, ndr) e di rimetterci in lista». Questa estate la presenza dell'ortopedico nel pronto soccorso di Treviso è stata ridotta: l'attività che prima finiva alle 23, adesso finisce alle 20 (ferma restando la reperibilità per urgenze).

VERSIONI DIVERGENTI
Ma qui le ricostruzioni divergono. All'Usl della Marca non risulta che qualcuno abbia detto alla famiglia di tornare il giorno dopo. «Nell'ambulatorio ortopedico del pronto soccorso, regolarmente presidiato ben oltre il normale orario di attività, nel pomeriggio erano nel frattempo arrivati 14 pazienti: 4 codici gialli, 8 verdi e 2 bianchi. Tra cui 3 pazienti che hanno avuto bisogno del ricovero e di trattamenti estemporanei - fa il punto Silvio Demitri, primario dell'ortopedia di Treviso - e il medico in reperibilità presente nel pronto soccorso ortopedico, che si è trattenuto in servizio fino a dopo mezzanotte, alle 22.32 ha constatato che il piccolo paziente e i familiari avevano abbandonato la struttura, senza ulteriori comunicazioni». Un'annotazione che la madre si è sentita riferire nel pronto soccorso di Montebelluna, dove ieri mattina il piccolo è stato finalmente ingessato, entrando in ritardo a scuola. Tanto che ora potrebbe arrivarle anche il ticket da pagare. Ma lei non ci sta. «Se arriverà, non lo pagherò. Nostro figlio a Treviso non è stato nemmeno visitato. E ci è stato detto di tornare il giorno dopo conclude tanto che, dopo la mia segnalazione, dall'ufficio relazioni con il pubblico dell'Usl si sono scusati specificando che certe cose non dovrebbero accadere. Per fortuna nel pronto soccorso di Montebelluna tutto è andato per il meglio. Dopo quattro giorni su e giù per gli ospedali, qui il gesso è stato applicato in meno di un'ora».
 

Ultimo aggiornamento: 09:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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