Auto in soggiorno, strage sfiorata: c'era un bambino di 14 mesi

Mercoledì 8 Gennaio 2020 di Pio Dal Cin
La casa distrutta dall'incidente a Follina
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FOLLINA «Se quell’auto impazzita avesse centrato la casa solo una manciata di minuti prima, adesso mia moglie e il mio bambino non sarebbero più qui con me». Roberto De Osti, guardando le macerie del suo salotto, è assalito da un vortice di sentimenti contrastanti mentre ricorda la terribile avventura di cui è stato, suo malgrado, protagonista assieme alla moglie e al figlio di 14 mesi. Quella Volkswagen Polo, condotta da un 18enne di origini albanesi residente a Miane, R.R. (in auto con lui c’era un altro ragazzo di 18 anni, suo connazionale), avrebbe potuto ucciderli se al momento dell’incidente si fossero trovati vicino allo stendibiancheria, ridotto a un ammasso informe e accartocciato. «Cinque minuti prima, soltanto cinque minuti prima - racconta la moglie Eleonora, ancora visibilmente scossa dall’accaduto - ero lì con Niccolò. Stavamo stendendo i panni vicino alla parete andata in frantumi. Non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto succedere se fossimo stati ancora lì quando l’auto ha sfondato il muro».

FORTUITE COINCIDENZE
La parete è spessa cinquanta centimetri. Ed è crollata come se fosse stata di cartone. E di “se” è anche pieno il racconto di Roberto ed Eleonora, che si sentono dei miracolati. E la buona sorte è stata benevola anche con i due 18enni che si sono schiantati contro l’abitazione al civico 5 di via San Giacomo poco dopo le 22 di lunedì sera. E il caso ha voluto che sul marciapiede, che corre lungo la strada che porta da Cisno di Valmarino al centro di Follina, non ci fossero pedoni, ciclisti o qualche runner che è solito allenarsi in quelle zone. «Eravamo seduti tutti assieme sul divano e ho sentito un rumore come se qualcuno stesse facendo esplodere dei petardi - continua Eleonora - Poi c’è stato un boato terribile. Abbiamo pensato a una bomba vedendo crollare tutto. C’era fumo, polvere, il bambino piangeva. Non ho mai avuto tanta paura in vita mia. Solo quando sono uscita con mio marito mi sono resa conto di quello che era successo. Abbiamo subito chiamato i soccorsi e nel giro di qualche minuto erano tutti qui: ambulanza, vigili del fuoco e forze dell’ordine».

COME UNA BOMBA
Roberto De Osti ieri mattina, guardando il muro del salotto disintegrato, ha puntato il dito anche contro la pericolosità di quel tratto di strada. La curva dove sono usciti di strada i due 18enni non è a gomito, ma si trova alla fine di un lungo rettilineo. Da quel punto al muro della sua casa ci sono circa 150 metri di ghiaia battuta, comunque insufficienti per frenare la folle corsa della Volkswagen Polo. Da una ricostruzione più dettagliata del sinistro, affidata ai carabinieri che hanno anche fatto sottoporre il conducente all’alcoltest (i risultati si avranno nei prossimi giorni, così come l’esatta dinamica del sinistro), l’auto si è prima capovolta e poi è andata a sbattere contro il muro dell’abitazione con un fianco. «Se fosse arrivata con il muso sarebbe sicuramente entrata in salotto- afferma Roberto - Lavoro come agente di commercio, faccio migliaia di chilometri all’anno ma non avevo mai visto una cosa simile. Difficile stabilire a che velocità andassero ma a cinquanta all’ora queste cose non succedono. Fossi in loro accenderei un cero alla Madonna: è un vero miracolo che nessuno si sia ferito gravemente. Bisogna però fare qualcosa per mettere in sicurezza questa strada - conclude Roberto - Il rettilineo che arriva da Cison può indurre a correre. Non so se un rallentatore possa servire, ma dopo la curva dove abitiamo c’è il centro abitato di Follina, e questo purtroppo non è il primo incidente che succede negli anni. L’abbiamo fatto presente anche al sindaco Mario Collet, che si è subito precipitato a vedere che cos’era successo. Spero si possa trovare una soluzione adeguata in modo che episodi del genere non si ripetano nel futuro».

CASSE VUOTE
«Sono accorso subito sul luogo dell’incidente quando sono stato allertato di ciò che era successo - afferma il sindaco Mario Collet - Per fortuna non ci sono state vittime. Sul tema sicurezza posso dire che con la provincia, essendo la strada di sua competenza, la precedente amministrazione aveva stipulato un accordo scritto per la realizzazione di due rotonde, una in entrata e una in uscita. Ne è stata realizzata soltanto una mentre l’altra, che andrebbe a migliorare la viabilità di questo tratto pericoloso, non è mai stata fatta a causa della mancanza di fondi. Questa è l’occasione per rilanciare la domanda e vedere se si potrà fare per mettere in sicurezza l’arteria. La legge - continua Collet - non permette l’installazione di rallentatori lungo le strade provinciali in quanto andrebbero a ostacolare lo scorrimento utile ai mezzi di soccorso. Servono altre soluzioni, e la realizzazione della seconda rotonda potrebbe già essere sufficiente. Di certo c’è che la Madonna che si venera da secoli all’interno dell’abbazia ha steso il suo velo su tutti i protagonisti di questa vicenda». 

Ultimo aggiornamento: 16:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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