ARCADE - «Stai tranquilla, ci vediamo a casa». Sono state le ultime parole che Andrea Toffoli ha detto al telefono alla moglie Loretta Bettiol. Ma a casa il 48enne non ci è più tornato. Pochi minuti dopo, è stato colpito alla testa dalla sponda del mezzo pesante che stava pulendo, nel piazzale della cava Canzian di Spresiano. «L’ho chiamato io alle 8.15 - racconta la moglie, sconsolata - stavo andando a fare la spesa. Abbiamo parlato di cosa comprare. Andrea mi ha detto che stava sistemando il camion. Era tranquillo. Alle 9 però ci è crollato il mondo addosso: un suo collega è venuto ad avvisarci che era morto». «Mi sembra strano che abbia sbagliato qualcosa: era esperto e scrupoloso. Di sabato faceva manutenzione al camion per viaggiare sereno il resto della settimana. Era andato via presto, verso le 6: voleva arrivare là per primo». La moglie non si dà pace: piange seduta al tavolo della cucina, nella villetta di Arcade. Le figlie Greta e Giada la abbracciano in silenzio, con gli occhi gonfi di lacrime. Cercano di farsi forza. Questi dovevano essere giorni di gioia per la famiglia, che era pronta a festeggiare i compleanni delle due figlie (15 e 18 anni) e l’anniversario di matrimonio dei genitori di Andrea. Invece ora piangono un marito, un padre, un figlio.
IL DOLORE
«I camion erano la sua vita. Forse Andrea si è accorto che c’era qualcosa di anomalo e ha provato a sistemarlo...» ipotizza la donna, che però non accusa nessuno. «La ditta Canzian è sempre stata corretta: erano i primi a dirgli di andare in officina se c’erano problemi. La magistratura farà quel che deve: io so solo che nulla potrà restituirmi il mio Andrea». Il 48enne aveva iniziato la sua carriera proprio alla Canzian Logistica. Da tre anni era tornato lì, dopo aver lavorato per il Gruppo Grigolin e per l’ex mulino di Arcade. «Ci siamo conosciuti da ragazzi in discoteca - racconta Loretta -. Lui lavorava proprio alla Canzian e andava fiero del suo lavoro. A uno dei primi appuntamenti mi aveva portata a fare un giro in camion». I mezzi pesanti erano la sua passione, al punto che oltre a guidarli ne collezionava i modellini.
IL LUTTO
Oltre al lavoro, l’altra stella polare della sua vita era la famiglia. «Ci voleva tanto bene - dice Loretta -.