AbitAttivo, dall'Ater all'Unione dei Comuni 15 appartamenti contro il disagio abitativo

Mercoledì 15 Dicembre 2021 di Lucia Russo
Sindaci Unione della Marca Occidentale che firmano la convenzione

All'Unione dei Comuni della Marca Occidentale 15 appartamenti Ater. Si chiama AbitAttivo il progetto che l'Unione dei Comuni della Marca Occidentale (Vedelago, Riese Pio X, Loria, Resana) ha attivato in collaborazione con Ater ottenendo 15 appartamenti per contrastare il disagio abitativo delle famiglie aumentato soprattutto nell'era Covid.

Il Protocollo d’Intesa firmato oggi tra l’ATER - Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale della Provincia di Treviso e l’Unione dei Comuni della Marca Occidentale nella sede di quest’ultima in Villa Binetti a Vedelago sancisce di fatto l'inizio di questa progettualità che si concretizza con l’affidamento della gestione di 15 appartamenti di proprietà dell’Ater situati in via Toniolo a Vedelago ai quattro Comuni dell’Unione e che saranno destinati al disagio abitativo presente nel territorio dell’Unione stessa ma anche nell’Ambito territoriale Sociale (capofila Comune di Castelfranco Veneto), e nell’area vasta individuata con il programma operativo regionale del Veneto (POR FESR 2014-2020), che già ha reso operativo il primo progetto co-housing, “Casa Crico”, in Villa Galli a Fossalunga di Vedelago. 

Quello del disagio abitativo è un fenomeno che anche nel territorio sta assumendo dimensioni e caratteristiche che rendono necessario sviluppare e sostenere politiche di integrazione abitativa a favore delle persone che vivono situazioni di marginalità e che si trovano in condizioni di precarietà alloggiativa e di fragilità economico-lavorativa, messo ulteriormente in evidenza nelle sedi di elaborazione del Piano di Zona e dell’Ambito territoriale della castellana.

Le famiglie e le persone ospitate (in base ad una serie di criteri che sono in fase di valutazione) potranno avere una soluzione abitativa a carattere temporaneo (massimo 18 mesi) e saranno coinvolti anche in percorsi di accompagnamento e intermediazione all’abitare, nonché in di inclusione lavorativa che, con il coordinamento delle risorse territoriali, puntino a restituire o a garantire un’autonomia socio-economica delle persone interessate. 

L’avvio del progetto è finanziato con le risorse del Fondone Covid da circa 45mila euro mentre la gestione futuro e l’implementazione del progetto potrà contare sulle risorse previste nell’ambito della Missione 5 “Inclusione e Coesione” dell’imminente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che sottolinea come la risposta al “disagio abitativo” si può realizzare mettendo a disposizione “appartamenti per singoli, piccoli gruppi o famiglie fino a 24 mesi”, attivando “progetti personalizzati per singola persona/famiglia al fine di attuare programmi di sviluppo della crescita personale e aiutarli a raggiungere un maggiore grado di autonomia”.

 “L’accordo odierno è al contempo un punto di arrivo e un punto di partenza. E’ un punto di arrivo che conferma della volontà dell’Unione dei Comuni della Marca Occidentale di realizzare nei servizi sociali “azioni di sistema”, strategie operative che comprendano una visione della comunità locale attenta alle situazioni di fragilità sociale, allontanandosi alla logica dell’assistenzialismo dei singoli casi - spiegano i sindaci dell’Unione dei Comuni della Marca Occidentale - Ma è anche un punto di partenza per rafforzare le reti comunitarie, duramente messe alla prova con la pandemia, con l’obiettivo di “rigenerare” nel territorio, un patrimonio di relazioni, di collaborazioni capaci di riattivare le risorse personali e sociali a partire dai soggetti più deboli.

Il presente progetto è- concludono- frutto del grande lavoro di squadra fatto in Unione alla quale abbiamo trasferito i Servizi Sociali e se inizialmente questo poteva sembrare un azzardo, oggi possiamo dire che è stata una scelta che sta dimostrando con i fatti quanto lungimirante, attuale e importante sia”.

Soddisfazione per questo accordo anche da parte dell'Ater. “E' un punto di arrivo ad un concetto innovativo di politiche dell’abitare, lontano dall’assistenzialismo e più vicino a situazioni di fragilità in continuo divenire. Un punto di partenza verso nuove collaborazioni tra Ater e territorio, per un’azienda sempre più legata e, vorrei dire, collegata alla territorialità. Solo così le risposte possono essere adeguate alle reali esigenze. E’ una sfida, ma noi le sfide non le temiamo”, conclude il presidente dell’Ater.

Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 15:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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