ROVIGO - Da tre a quattro, da emendamento ad articolo organico. Ma la sostanza non cambia. Lo “sbloccatrivelle”, inizialmente previsto come emendamento al decreto legge Aiuti ter, entra invece come articolo 4 dell’Aiuti quater, approvato giovedì sera dal Consiglio dei ministri come preannunciato dalle voci di corridoio. Con la stessa formulazione, ovvero prevedendo che «al fine di contribuire al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale e alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, attraverso l’incremento dell’offerta di gas di produzione nazionale destinabile ai clienti finali industriali a prezzo accessibile», si va in deroga ai divieti, in particolare per quanto riguarda «le concessioni di coltivazione di idrocarburi poste nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po, a una distanza dalle linee di costa superiore a 9 miglia».
Cartina alla mano, è proprio il mare al largo del Polesine. E non è un caso, perché nel nord Adriatico è stimata la presenza delle maggiori riserve del gas offshore italiano, insidiate dai dirimpettai croati. Proprio la stessa zona che per conformazione geologica, sembra renderle più insidiose per il rischio di fenomeni di subsidenza.
SCHIERAMENTI
A TESTA BASSA
Il senatore veneto del Pd Andrea Martella soffia proprio sulle divisioni. «Grave che lo stesso presidente Zaia non abbia ottenuto nemmeno una sorta di tregua riflessiva, malgrado abbia espresso la contrarietà: mi sembra che il Governo voglia procedere a testa bassa, senza tenere in considerazione gli allarmi del territorio e anche il fronte degli esperti che denunciano i concreti rischi della subsidenza derivanti dalle attività di trivellazione. Sostenere, come ha fatto qualcuno del Governo, che con le logiche “nimby”, da “non sotto casa mia”, non si va da nessuna parte, è profondamente errata: i problemi connessi alle trivellazioni sono concreti e non frutto di opposizioni preconcette. I pesanti e irreversibili danni ambientali non possono essere la contropartita accettabile per risolvere i problemi di approvvigionamento energetico. Siamo di fronte a uno schiaffo nei confronti di tutto il Veneto».
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