Trivelle nell'alto Adriatico, Zaia dice ancora no. Ma ci sarà un tavolo tecnico

Sabato 12 Novembre 2022
Trivelle nell'alto Adriatico, Zaia dice ancora no. Ma ci sarà un tavolo tecnico
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Trievelle al largo dell'Adriatico in Veneto, il presidente della Regione Luca Zaia non è convinto, e all'orizonte c'è un tavolo tecnico per affrontare la questione. Gli industriali del Nord sono con il Governo per la ripresa delle trivellazioni in Adriatico, ma i ministri Urso e Pichetto Fratin non hanno ancora convinto il governatore, contrario per i rischi, ben conosciuti della subsidenza in Polesine.

Trivelle.
Incontro tra Urso e Zaia

Adolfo Urso, oggi in Veneto per il Forum della Piccola Industria di Confindustria, nel quale si è confrontato con Carlo Bonomi, ha incontrato Zaia a quattrocchi, riservatamente. Ma al termine del colloquio - al di là della condivisione su tutta una serie di interventi di reindustrializzazione - non si è andati oltre l'apertura di «un tavolo di confronto tecnico tra Regione Mimit e Mase ,«con la finalità di verificare tutti gli aspetti inerenti la problematica delle estrazioni». Per ora, quindi nessun passo avanti concreto per ciò che riguarda il Veneto. In attesa di vedere Urso, Zaia era stato chiaro sulla propria posizione: «La partita delle trivelle - aveva detto - è stata autorizzata a livello nazionale ed è una regola che vale per tutta Italia. Dopodiché io mantengo la mia posizione critica per il no, considerando che ho sostenuto anche il referendum del 2016 e la comunità scientifica si è espressa negativamente».
 


Urso però, parlando in mattinata a Mogliano - con Bonomi che ha ribadito che «la produzione nazionale in sicurezza è nell'interesse del Paese» - aveva sottolineato che l'Italia dovrà «fare di più e meglio per sbloccare gli impianti da energia rinnovabile, e lo faremo nei prossimi giorni. Passiamo da una fase di governi che sono passati da tampone in tampone, ad un governo che fronteggia sì l'emergenza, ma pone le basi in una visione strategica per risolvere i problemi del tessuto produttivo e sociale». Nella nota diffusa dalla Regione Veneto, condivisa con il Mase, si riconosce in ogni caso che lo strumento del tavolo di confronto tecnico è stato deciso «vista la grande sensibilità del territorio» (il Polesine ndr) «su cui pesa giustamente la memoria di quanto accadde nel passato».

Preoccupazioni che paiono pesare meno nella visione di Confindustria del Veneto e dell'Emilia Romagna. Se il presidente veneto Erico Carraro ha più volte invitato la politica «a non affrontare il tema in modo ideologico o pregiudiziale», gli industriali emiliano-romagnoli si sono schierati subito a fianco del ministro per l'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, giudicando positivamente le sue aperture verso le trivellazioni in Adriatico, e la spinta sulle rinnovabili. «Le parole espresse a Ecomondo dal ministro Pichetto su estrazioni e rinnovabili sono incoraggianti - hanno sottolineato -. Ora su queste positive premesse occorre quanto prima passare alla definizione di una strategia energetica solida, composita e di lungo periodo, basata sui dati scientifici e sul coinvolgimento di una pluralità di fonti energetiche». Tra gli ottimisti sulla ripresa alla perforazione dei giacimenti di gas in Adriatico c'è anche il vice premier Matteo Salvini. «Non c'è nulla da convincere. Anche su questo troveremo una soluzione», ha detto il leader della Lega e ministro per le Infrastrutture, parlando della contrarietà invece del governatore del Veneto Luca Zaia.

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Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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