Ristoranti, il pienone è "virtuale", fioccano le prenotazioni in attesa del Dpcm

Giovedì 3 Dicembre 2020 di Ilaria Bellucco
INCERTEZZA A TAVOLA I ristoranti stanno raccogliendo prenotazioni ma il futuro è cupo

ROVIGO Vivono giornate di incertezza e attesa i ristoratori polesani che aspettano di sapere se durante le festività potranno accogliere i clienti, che fortunatamente non mancano e sono desiderosi di potersi sedere a tavola per gustare specialità culinarie tradizionali e innovative.

In attesa delle nuove disposizioni governative, il settore vive in una sorta di limbo e le attività non sanno se avranno la possibilità di proporre le loro specialità nei giorni che tradizionalmente costituiscono il momento clou dell’anno.


IN CITTÀ
Allo storico ristorante “Le betulle” di Rovigo il titolare Tristano Lucchin spiega che le prenotazioni per le festività non mancano certamente e ben venga la possibilità di lavorare se sarà data, ma non sarà questo a compensare dei mancati incassi subìti in questo periodo. «Per Natale abbiamo tutto pieno, si tratta di prenotazioni fatte mesi fa, mentre per Capodanno abbiamo delle pre-prenotazioni per le camere di persone che poi faranno da noi il cenone – dice - I clienti aspettano, come noi, l’evolversi della situazione. Stiamo però parlando di tre giorni in un mese, quello di dicembre, che normalmente per noi era pieno di cene aziendali. Stiamo patendo giorno per giorno, non si può pensare che sia un regalo per i ristoratori concedere loro di lavorare a Natale e Capodanno, il problema sono tutti gli altri giorni. Certo, magari con queste giornate si pagano due bollette e tutto aiuta, ma nulla più».


IN PROVINCIA
Luciana Vallese dell’agriturismo “Le clementine” di Badia Polesine racconta che le prenotazioni per le festività risentono della grande incertezza di questi giorni. «Per Natale ci sono clienti che prenotano, poi disdicono, nel frattempo arrivano altre prenotazioni – dice – Manca una ventina di giorni a Natale e ancora non sappiamo se potremo tenere aperto e a quali condizioni, come si fa? Normalmente il menù di Natale viene programmato con mesi di anticipo, già dall’inizio dell’anno, e abbiamo clienti fissi che da sempre accogliamo il 25 dicembre, ma in questo clima di incertezza non si sa cosa fare». Vista la situazione imposta dall’emergenza sanitaria e dalle misure governative, Luciana e il marito Beppe Tomaini hanno studiato un servizio diverso dal solito. «Qualcosa ho dovuto cambiare e siamo pronti se sarà possibile tenere aperto, ma non è questo il modo di lavorare – conclude – Una boccata d’ossigeno ci arriva da alcune comunioni e cresime, rinviate dalla primavera e programmate in questo periodo, e dai lavoratori delle aziende che si rivolgono a noi. Per il resto ci aspettiamo che a Natale ci facciano tener chiuso, vedremo».
NEL DELTA
A Porto Tolle l’Osteria Arcadia in questo periodo di bassa stagione tiene aperto dal venerdì al sabato, e se come ogni anno terrà i battenti chiusi nelle giornate di Natale e Capodanno, stavolta programma l’apertura anche infrasettimanale tra le due festività. La titolare Pamela Veronese racconta le giornate caratterizzate dalle tante incognite. «Per i fine settimana abbiamo già tutto prenotato da qui a un mese, e anche per quelle giornate di apertura straordinaria ci arrivano richieste e prenotazioni, ma non sappiamo se i clienti avranno la possibilità di venire – dice – Non appena uscirà il nuovo Dpcm ricontatteremo tutti per aggiornarci. Certo che se vieteranno gli spostamenti tra comuni noi terremo chiuso, siamo in una zona defilata e anche solo per aprire la porta si sostengono dei costi importanti». L’Arcadia vive anche una situazione assurda legata, a quanto pare, a rallentamenti burocratici: la titolare si è aggiudicata all’asta cinque stanze da aggiungere alle due già presenti per i pernottamenti, ma pur avendo saldato la somma ad agosto non ha ancora a disposizione i locali. «Tutto è bloccato alla cancelleria del Tribunale di Rovigo, ed è assurdo – dice Veronese – Se avessi avuto le stanze a disposizione nel fine settimana di Ognissanti avrei avuto la possibilità di lavorare con pernottamenti e ristorazione per chi soggiorna, invece sto pagando rate di un mutuo e non posso ancora disporre dei locali. Insomma, noi ci stiamo mettendo tutta la buona volontà del mondo e ci siamo adeguati alle misure di sicurezza richieste, ma ci stanno impedendo di lavorare».
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Ultimo aggiornamento: 09:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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