ROVIGO - Un anno importante per i rifiuti in Polesine, con l’obiettivo del 70% di raccolta differenziata finalmente raggiunto, dopo due anni nei quali era stato mancato per un punto percentuale. Non solo, ma cala anche la quantità complessiva di rifiuti prodotti e questo è un altro aspetto importante. Sono questi due degli aspetti principali che emergono dal Rapporto rifiuti urbani 2023 appena diffuso dall’Arpav, dopo la presentazione nella Seconda commissione del consiglio regionale.
LO SFORZO
Non un passaggio indolore, visto che l’investimento è stato consistente e che i problemi, primo su tutti quello dell’aumento dell’abbandono dei rifiuti, sono ancora sul tappeto. Ma già l’avvio del porta a porta nei quartieri, iniziato proprio ad anno in corso, sembra aver già portato i primi frutti. Guardando al resto del Veneto, però, la media è decisamente più alta, al 76,3%, trainata da Treviso che è all’88,7%. Tuttavia l’incremento medio rispetto al 2021 è stato solo di uno 0,1% e volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, o meglio, il sacco mezzo vuoto, si può anche evidenziare come la media nazionale si attesti al 64%. Non solo, ma a livello di bacini, che per Rovigo coincide con la provincia, c’è chi fa peggio: Padova centro è al 66,9%, Verona città addirittura al 53,7%. Tuttavia, tre bacini su 12, Belluno, Treviso e Sinistra Piave, già superano l’obiettivo dell’84% previsto dal Piano regionale per il 2030.
I DETTAGLI
Guardando solo al comune di Rovigo, la percentuale di raccolta differenziata resta ancora sotto il 70%, al 68,6%, ma cresce sensibilmente rispetto al 66,6% del 2021. Anche in questo caso, fra i capoluoghi, Padova e Verona fanno peggio, ma anche Venezia con il 65,2, mentre Treviso, che resta in testa con 86,8%, cala di circa un punto, con Belluno che si avvicina, 86,3%. Importante è anche un altro aspetto, che riguarda un’altra debolezza polesana. Ovvero quella della produzione di rifiuti, perché la quantità annua per ciascun abitante, in provincia, è il secondo più alto del Veneto dopo Venezia, che però ha volumi turistici impattanti. Nel 2021 erano stati 537 chili per polesano, nel 2022 scesi a 521. Questo perché il totale dei rifiuti raccolti è passato da 123.347 a 119.306 tonnellate. Parallelamente, anche l’indifferenziato è calato da 34.485 a 31.981 tonnellate. Nella discarica di Taglietto sono comunque finite 663mila tonnellate di rifiuti. E alla fine i chili di rifiuto residuo pro capite in Polesine restano ben 140,e, un valore secondo solo ai 160 di Venezia e oltre il triplo dei 40 di Treviso. In ogni caso il 2022 è stato un anno di passaggio per il Polesine, con il 2023 che ha segnato l’entrata in vigore della tariffa puntuale e non per scherzo, dal primo di aprile, per 21 dei 50 comuni, Rovigo compreso, e con il passaggio da Tari a Tarip che si dovrebbe completare in tutta la provincia il prossimo anno. I risultati si dovrebbero iniziare a vedere nel prossimo futuro. L’investimento non è stato banale, tanto che Ecoabiente lo scorso anno è ricorsa all’indebitamento con un maxi prestito da 22 milioni, ma a quanto pare non è stato un bidone.