Rovigo, la raccolta differenziata supera il 70 per cento dei rifiuti

L'Arpav: per la prima volta la provincia è andata oltre tale soglia. Con il passaggio al nuovo sistema del 2023 si attendono ulteriori crescite

Mercoledì 1 Novembre 2023 di Francesco Campi
Cassonetti

ROVIGO - Un anno importante per i rifiuti in Polesine, con l’obiettivo del 70% di raccolta differenziata finalmente raggiunto, dopo due anni nei quali era stato mancato per un punto percentuale. Non solo, ma cala anche la quantità complessiva di rifiuti prodotti e questo è un altro aspetto importante. Sono questi due degli aspetti principali che emergono dal Rapporto rifiuti urbani 2023 appena diffuso dall’Arpav, dopo la presentazione nella Seconda commissione del consiglio regionale.

I dati sulla produzione e gestione dei rifiuti urbani nel Veneto sono aggiornati al 2022. E quello che si nota, è che i numeri del Polesine sono in miglioramento. A cominciare dal primo tallone d’Achille rappresentato dalla capacità di differenziazione, perché lo scorso anno è stata raggiunta quota 70,8%. Seppur sempre il valore più basso fra quelli delle sette province, comunque un 1,8% in più rispetto al 69% del 2021 e anche del 2020. Tuttavia, la strada per arrivare all’obiettivo prefissato da Ecoambiente dell’80% di raccolta differenziata è ancora lunga. Intanto, però, proprio il porta a porta nel capoluogo ha sortito i suoi primi effetti.


LO SFORZO
Non un passaggio indolore, visto che l’investimento è stato consistente e che i problemi, primo su tutti quello dell’aumento dell’abbandono dei rifiuti, sono ancora sul tappeto. Ma già l’avvio del porta a porta nei quartieri, iniziato proprio ad anno in corso, sembra aver già portato i primi frutti. Guardando al resto del Veneto, però, la media è decisamente più alta, al 76,3%, trainata da Treviso che è all’88,7%. Tuttavia l’incremento medio rispetto al 2021 è stato solo di uno 0,1% e volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, o meglio, il sacco mezzo vuoto, si può anche evidenziare come la media nazionale si attesti al 64%. Non solo, ma a livello di bacini, che per Rovigo coincide con la provincia, c’è chi fa peggio: Padova centro è al 66,9%, Verona città addirittura al 53,7%. Tuttavia, tre bacini su 12, Belluno, Treviso e Sinistra Piave, già superano l’obiettivo dell’84% previsto dal Piano regionale per il 2030.


I DETTAGLI
Guardando solo al comune di Rovigo, la percentuale di raccolta differenziata resta ancora sotto il 70%, al 68,6%, ma cresce sensibilmente rispetto al 66,6% del 2021. Anche in questo caso, fra i capoluoghi, Padova e Verona fanno peggio, ma anche Venezia con il 65,2, mentre Treviso, che resta in testa con 86,8%, cala di circa un punto, con Belluno che si avvicina, 86,3%. Importante è anche un altro aspetto, che riguarda un’altra debolezza polesana. Ovvero quella della produzione di rifiuti, perché la quantità annua per ciascun abitante, in provincia, è il secondo più alto del Veneto dopo Venezia, che però ha volumi turistici impattanti. Nel 2021 erano stati 537 chili per polesano, nel 2022 scesi a 521. Questo perché il totale dei rifiuti raccolti è passato da 123.347 a 119.306 tonnellate. Parallelamente, anche l’indifferenziato è calato da 34.485 a 31.981 tonnellate. Nella discarica di Taglietto sono comunque finite 663mila tonnellate di rifiuti. E alla fine i chili di rifiuto residuo pro capite in Polesine restano ben 140,e, un valore secondo solo ai 160 di Venezia e oltre il triplo dei 40 di Treviso. In ogni caso il 2022 è stato un anno di passaggio per il Polesine, con il 2023 che ha segnato l’entrata in vigore della tariffa puntuale e non per scherzo, dal primo di aprile, per 21 dei 50 comuni, Rovigo compreso, e con il passaggio da Tari a Tarip che si dovrebbe completare in tutta la provincia il prossimo anno. I risultati si dovrebbero iniziare a vedere nel prossimo futuro. L’investimento non è stato banale, tanto che Ecoabiente lo scorso anno è ricorsa all’indebitamento con un maxi prestito da 22 milioni, ma a quanto pare non è stato un bidone.

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