Polesani in vetta alla classifica delle province venete per il reddito di cittadinanza

Giovedì 4 Febbraio 2021 di Elisa Barion
REDDITO DI CITTADINANZA La ricerca di un lavoro rimane ancora un percorso incompleto

ROVIGO Polesani in vetta alla classifica veneta dei percettori del reddito di cittadinanza.
A dirlo sono i numeri dell’Inps che dipingono un quadro impietoso non tanto per numeri assoluti delle richieste di aiuti allo Stato ma in rapporto al numero di residenti: Rovigo ha chiesto di più o, probabilmente, ha avuto più bisogno rispetto ad altre zone del Veneto. Diverso, invece, il discorso per ciò che riguarda le pensioni di cittadinanza: in questo caso, le province con il maggior numero di richieste in Veneto, in rapporto al numero di abitanti, sono la provincia di Venezia e quella di Verona. Rovigo arriva terza. Il Reddito di cittadinanza è una misura di contrasto alla povertà. Un sostegno economico finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale. Qualora tutti i componenti del nucleo familiare abbiano età pari o superiore a 67 anni, oppure se nel nucleo familiare siano presenti anche persone di età inferiore a 67 anni in condizione di disabilità grave o non autosufficienza, la misura assume la denominazione di Pensione di cittadinanza. Per ottenere questo tipo di sostegno è richiesto un Isee inferiore a 9.360 euro e un patrimonio finanziario non superiore a seimila euro. Tra i paletti c’è il reddito familiare: deve essere inferiore ai seimila euro annui (9.360 nel caso in cui la famiglia viva in affitto). La Pensione di cittadinanza si fonda sugli stessi limiti ma è destinata a chi ha più di 67 anni. 
LE CIFRE
Secondo il dato generale dell’Inps, in provincia di Rovigo sono stati 2.926 i beneficiari di uno dei due provvedimenti: oltre 121 (121,64) ogni 10 mila abitanti, inclusi i minori. Più del doppio dei bellunesi, che sono la provincia con il minor numero di beneficiari nel Veneto (1.108 in termini assoluti, 53,56 ogni 10 mila abitanti). Impietoso anche il confronto con il dato regionale: in tutto il Veneto, con 41.958 beneficiari di reddito o pensione di cittadinanza, l’incidenza ogni 10mila abitanti si ferma a 85,37, molto al di sotto del dato polesano. Entrando poi nel dettaglio, il report dell’Inps rivela che i polesani che hanno ottenuto del Reddito di cittadinanza sono 2.532: 105,25 ogni 10 mila abitanti. Un dato altissimo se confrontato con le altre province venete dal momento che, fra le altre sei, quella con il maggior numero di beneficiari è Verona che in termini assoluti ha registrato 7.241 erogazioni per una incidenza ogni 10 mila abitanti e si attesta sul 78,50. Il dato regionale, invece, vede 34.248 beneficiari per una incidenza di 69,68 ogni 10 mila abitanti. 
Sul fronte della pensione di cittadinanza, invece, a Rovigo, come detto, va meglio che in altre province. I beneficiari sono 394, 16,38 ogni 10 mila abitanti, meno di Verona (1.599 beneficiari, 17,34) e Venezia (1.841 erogazioni, 21,51). 
LE PERPLESSITÀ
«Come Cisl lo abbiamo detto fin da subito: il reddito di cittadinanza così come è stato costruito non va bene – commenta Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl Padova Rovigo – perché manca completamente la parte di politiche attive, con formazione, riqualificazione e reintroduzione nel mercato del lavoro. I numeri dicono che in Polesine c’è ancora un bacino di persone che non riesce a ricollocarsi perché non c’è un tessuto economico che riesca, nonostante la poca popolazione, a farle lavorare. Bisogna quindi creare le condizioni sul territorio perché ci siano più investimenti e si creino posti di lavoro. Ci sono degli elementi interessanti in arrivo per il futuro, come la zls e la Romea commerciale. Come Cisl chiediamo da tempo l’istituzione di una cabina di regia perché tra amministratori, sindacati e parti datoriali si instauri una collaborazione su queste opportunità».
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