ROVIGO - C’è anche un medico attivo in Polesine come medico di medicina generale fra i dieci arrestati per l’ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla distribuzione, divulgazione, diffusione e pubblicizzazione di materiale pornografico con minori.
MANETTE
Per dieci è poi scattato l’arresto per il possesso di ingente quantitativo di materiale pedopornografico, scoperto con le perquisizioni alle quali hanno partecipato oltre 150 poliziotti in tutta Italia. Gli arresti sono scattati nei confronti di residenti a Milano, Imperia, Busto Arsizio, Martinengo nel Bergamasco, Taranto, Vicenza, Torre Annunziata e Parma, oltre che a Rovigo. Il giovane medico che esercita in Polesine non sarebbe accusato di essere un organizzatore dei gruppi Telegram pedopornografici, bensì un mero partecipante. L’arresto è scattato in flagranza di reato, con accompagnamento nella casa circondariale di Rovigo, per il ritrovamento di una pennetta Usb contenente materiale pedopornografico, sequestrata così come il cellulare.
Ieri il giudice per le indagini preliminari Silvia Varotto è stata chiamata a convalidare l’arresto, riservandosi la decisione. A difendere l’uomo, l’avvocato Riccardo Canato di Ferrara, dello Studio legale Ctsm, del quale fa parte anche l’ex sindaco Riccardo Tagliani.
La scoperta del vasto e preoccupante giro di materiale pedopornografico è stata fatta grazie a una lunga e delicata attività di indagine sotto copertura, durata oltre un anno, che ha consentito agli investigatori infiltrati del Centro operativo per la Sicurezza cibernetica della Polizia postale di Milano, di trasformare in nomi i nickname utilizzati dagli indagati per rimanere nell’anonimato della rete e di formulare l’ipotesi accusatoria di associazione a delinquere finalizzata ad acquisire e diffondere materiale pedopornografico. All’interno di un gruppo Telegram, creato ad hoc, c’erano con regole severe per mantenerne l’anonimato e persone con ruoli e compiti precisi, dai promotori agli organizzatori fino ai partecipanti. «Le perquisizioni personali, locali e sui sistemi informatici, decise dalla Procura distrettuale di Milano, coordinate dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online della Polizia Postale di Roma - si spiega in una nota della Polposta - hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer e account di email e profili social. Sono stati anche rinvenuti gli account utilizzati per la richiesta del materiale pedopornografico e ulteriore materiale illecito custodito sui supporti informatici sottoposti a sequestro. Tra i soggetti su cui occorrerà procedere a ulteriore vaglio investigativo per accertarne le responsabilità, persone di estrazione sociale ed età molto eterogenee: affermati professionisti, operai, studenti, pensionati, impiegati privati e pubblici e diversi disoccupati, tra i 19 e i 69 anni».