«Via i granchi blu per salvare la Sacca di Scardovari»

Maurizio Crepaldi ex presidente del consorzio pescatori: «Con le alghe sono il nemico numero uno delle vongole»

Mercoledì 12 Luglio 2023 di Anna Nani
Maurizio Crepaldi, ex presidente del Consorzio pescatori del Polesine, attualmente socio della coop Delta Padano ed esperto pescatore

PORTO TOLLE - Venti di crisi soffiano sulla Sacca di Scardovari in questa calda estate tra invasione di alghe e granchi blu. Serve una collaborazione a 360 gradi per far tornare a splendere le lagune del Delta del Po. Ne è convinto Maurizio Crepaldi, ex presidente del Consorzio pescatori del Polesine, attualmente socio della coop Delta Padano ed esperto pescatore, ha infatti intrapreso la professione più di 40 anni fa. «Abbiamo diverse criticità che ci stanno mandando in crisi – rileva Crepaldi mentre mostra lo stato della Sacca di Scardovari -. Da un lato ci sono le alghe che in parte abbiamo raccolto e dall’altro l’invasione del granchio blu che sta mangiando le nostre cozze e vongole».

Ci sono spazi del fondale completamente ricoperti di alghe, da cui si vedono correre velocemente i granchi che lasciano gusci vuoti di vongole come morti su un campo di battaglia. 


CAMPO DI BATTAGLIA 
Spostando un po di sabbia che da grigia si fa nera, non fa mistero Crepaldi di quanto sia fondamentale la manutenzione, la famosa vivificazione richiesta da più parti nel corso degli anni: «Se l’acqua circola c’è vita, altrimenti il prodotto muore. Se non si puliscono i fondali, le vongole vanno in sofferenza e muoiono». Dopo l’allarme lanciato dal presidente della struttura consortile Luigino Marchesini per la laguna del Canarin, arriva la presa di posizione di Crepaldi: «Là, a causa del granchio, è rimasto solo un orto e poi 400 quote si sposteranno in Sacca, peccato che se continuiamo così si andrà verso un esaurimento di cozze e vongole». Secondo il pescatore manca la collaborazione tra le parti interessate: «C’è poco coinvolgimento dei pescatori che andrebbero spronati nella raccolta sia di granchi che di alghe. Mi sembra che i nostri dirigenti si siano arenati in secca: privi di una spinta per risolvere il problema, quando invece è adesso che bisognerebbe prendere in mano la situazione perché stiamo parlando del nostro lavoro. Per non parlare dei responsabili delle lagune: non si erano accorti di cosa stava succedendo? Io l’ho vissuta la crisi nera del nostro comparto, non voglio tornare a quando si faticava a fare la giornata, per questo dico che tutti, nessuno escluso, deve fare la propria parte». 


PROPOSTE CONCRETE 
Crepaldi fa proposte concrete: «L’unica soluzione a mio avviso è pescarli, tritarli e ributtarli in acqua così che facciano da esca non soltanto ad altri granchi ma soprattutto ai pesci per farli tornare nelle lagune. Si arriverebbe così ad un contenimento da un lato smaltendoli, dall’altro grazie ai pesci che sono gli unici che si cibano delle loro uova». L’imprenditore ittico si domanda poi perché le autorità latitino e si parli soprattutto dei cugini di Goro: «Perché nessuno si occupa dell’emergenza che stiamo vivendo qui? Sulla sponda opposta si muovono in più direzioni: sono arrivati i ricercatori dell’Ispra, le telecamere di Report, il sindaco ha emesso un’ordinanza apposita. Cosa stiamo facendo noi per il nostro futuro? Non c’è nessuno in Sacca a vigilare neppure i lavori di dragaggio. Serve una presa di coscienza della nostra categoria: se perdiamo le nostre lagune, perdiamo il nostro lavoro. Giusto pubblicizzare le nostre eccellenze, ma dobbiamo anche parlare dei nostri problemi e cercare di risolverli. Invito, infine, personalmente il sindaco, i rappresentanti della Provincia ma anche della Regione che vengano a vedere con i propri occhi e a toccare con mano quello che stiamo vivendo. Non sto chiedendo soldi, chiedo un intervento che ci aiuti a salvare il nostro posto di lavoro». 

Ultimo aggiornamento: 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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