Porto Tolle. L'allarme degli allevatori del Delta: «Il granchio blu divora la nostre vongole»

Allo stato attuale l’unica azione da mettere in campo per contenere l’espansione rimane la sua raccolta

Giovedì 22 Giugno 2023 di Anna Nani
Vongole attaccate dal granchio blu

PORTO TOLLE (ROVIGO) - Il granchio blu si conferma il nuovo predatore del Delta del Po. Era dicembre dello scorso anno quando il Consorzio pescatori del Polesine aveva lanciato l’allarme circa la crescita esponenziale di questa specie aliena nelle lagune di Porto Tolle. «Questa specie sta colonizzando i nostri specchi d’acqua – spiega preoccupato Luigino Marchesini, presidente dell’organismo consortile insieme al biologo del Consorzio, Emanuele Rossetti -. È un granchio molto dannoso e, cosa peggiore, molto prolifico, basti pensare che la femmina può deporre da 700mila a 2 milioni di uova. A tutto questo aggiungiamo che, per quanto ne sappiamo al momento, è un animale che preda ma non ha predatori, pertanto se non si interviene in qualche modo può crescere indisturbato». 
In base ai dati a disposizione, il granchio blu si trova al vertice della catena alimentare, significa che non c’è nessun altro animale in grado di mangiarlo. L’unico è l’uomo, ma qui si inserisce un problema di mercato perché a essere ricercati sono gli animali più grandi. Il punto è che questa specie inizia a far danni appena uscita dalle uova, andando a cibarsi anche del novellame. Basti pensare che in primavera nelle lagune era nato del seme che è letteralmente scomparso, mettendo a rischio la sopravvivenza delle veraci e quindi il comparto principe dell’economia dell’estremo Delta coi suoi 1.500 addetti. «Con le sue chele riesce a rompere le vongole per mangiarsele – continua il presidente -. Sono così forti da riuscire a svuotare anche quelle adulte che sarebbero pronte per essere raccolte. Il granchio blu non si ciba soltanto di molluschi, ma anche di gamberi, le altre specie di granchi da cui ricaviamo le cosiddette “moleche”, e di piccoli pesci, andando così a intaccare tutto l’ecosistema lagunare, che in questo modo viene pesantemente alterato». 

Dal Prefetto

Per cercare di trovare una soluzione Marchesini ha così scritto al Prefetto che ha fissato per venerdì mattina un incontro per discutere il problema. «Dobbiamo fare un fronte comune per cercare di arginare questa minaccia che genera gravi problemi di natura ambientale ed economica - avverte il presidente - Il granchio blu sta cannibalizzando di fatto le nostre lagune. Anche i colleghi della marineria di Goro stanno vivendo una situazione analoga: perché non cercare di creare un’alleanza tra le nostre regioni, tra i due parchi? Sappiamo che loro si sono già mossi riuscendo a coinvolgere anche il Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche». 

Allo stato attuale l’unica azione da mettere in campo per contenere l’espansione rimane la sua raccolta: «Sarebbe necessaria una pesca selettiva, che vada a diminuire la presenza delle femmine, che come detto sono estremamente prolifiche. Per fare questo, oltre a incentivare i pescatori, servono delle nasse apposite, proprio perché questi crostacei hanno chele molto forti.

Ma a nostro avviso sarebbe necessario anche studiare a fondo la situazione per comprendere come questo animale stia evolvendo nelle nostre zone, mettendo a rischio un ecosistema già fragile a causa dei mancati lavori di vivificazione».

Ultimo aggiornamento: 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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