Aggressione al Pronto soccorso: paziente morde la mano all'infermiere

Giovedì 26 Maggio 2022 di Francesco Campi
Aggressione al Pronto soccorso: paziente morde la mano all'infermiere
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ROVIGO - Ancora un caso di violenza in Pronto Soccorso. Ancora una volta vittima un infermiere, aggredito da una donna che con un morso ha causato danni fisici alla mano con una conseguente prognosi di trenta giorni.

Si torna a parlare di violenza nei confronti di chi col proprio lavoro si impegna ad aiutare la cittadinanza. «È un gesto inqualificabile da una parte - afferma Denis Piombo, presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche della provincia - e ingiustificabile dall'altra. Non ci sono giustificazioni. Anzi, è davvero arrivato il momento di contrastare concretamente questo drammatico fenomeno che sta aumentando a macchia d'olio su tutto il territorio nazionale. Al collega, iscritto all'Opi di Rovigo, va tutta la solidarietà del direttivo e della commissione Albo. Allo stesso tempo esprimiamo la nostra vicinanza a tutto il gruppo professionale del Pronto Soccorso».


Il tema, pochi mesi fa, è stato al centro di un momento di riflessione anche nel Polesine con una giornata incentrata proprio sulla sensibilizzazione della cittadinanza. «Sono passati poco più di due mesi - continua il presidente - dalla Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. Oggi siamo di nuovo alle prese con un altro episodio increscioso di violenza. L'impatto negativo che questo grave fenomeno ha sulla sicurezza, sull'assistenza, sull'ambiente e sull'approccio al lavoro è evidente, soprattutto per chi subisce la violenza ma anche per tutto il personale. Quella infermieristica è la professione più colpita da violenze fisiche e verbali ma, al di là dei numeri, tutti i sanitari ne sono interessati. Per questo bisogna lavorare coralmente affinché tutti gli operatori sanitari si sentano tutelati e sicuri nel proprio posto di lavoro».
«Serve un cambiamento di cultura, altrimenti la situazione diventa insostenibile. Occorre dialogare con tutte le figure in prima linea per avanzare proposte concrete, non mediatiche ma che abbiano dei ritorni positivi sulla quotidianità professionale dei contesti più colpiti dai casi di violenza».


LOTTA AL COVID
Settimo giorno di contagi in doppia cifra, tasso di positività che cala al 5,1% e ricoverati Covid nei reparti per acuti in netto calo: la situazione sul fronte epidemico continua a volgere verso il sereno e, seppur ancora il virus aleggi, sembra essere una presenza ormai residuale, come spesso avviene ad inizio estate. Sperando che non ci siano ulteriori colpi di coda. Ieri intanto sono state 63 le nuove positività accertate su 1.482 tamponi, mentre le guarigioni sono state più del doppio, 131; così che sono scese a 1.250 i residenti in Polesine con positività accertata in corso. Di questi, 34 nell'ambito delle strutture residenziali extraospedaliere, con il numero totale dei casi, che dopo due giorni di crescere è nuovamente tornato a calare. Gli ospiti positivi sono infatti scesi da 17 a 16, mentre gli operatori da 19 a 18. In tutto sono undici le strutture interessate, ma l'unica con un numero di casi ancora consistente è la Casa di Riposo Città di Rovigo con 12 ospiti e 2 operatori. Il dato più importante, quello dei ricoveri, vede invece scendere da 5 a quattro i pazienti in Area medica e semintensiva a Trecenta, con tre pazienti invece sempre in Malattie infettive a Rovigo. Resta, poi, un solo degente, nell'ospedale di comuntià Covid di Trecenta.
 

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