Avvisava dei controlli l'amico gestore in cambio di prestiti e cene: finanziere condannato

Venerdì 11 Marzo 2022 di Francesco Campi
Il tribunale di Rovigo

ROVIGO - Prestiti in denaro e cene offerte, anche solo promessi. In cambio di un “favorino”. Ovvero avvertire in anticipo dei controlli che sarebbero stati fatti in un locale, informando su quando sarebbero stati fatti e su chi li avrebbe fatti, nonché e per quale motivo. In un’altra occasione avrebbe anche fornito al titolare del locale le generalità del proprietario di un’auto che era rimasta parcheggiata davanti e che impediva lo scarico delle merci. Fatti avvenuti fra giugno 2017 e dicembre 2018, costati a chi questo “favorino” l’ha fatto mentre vestiva la divisa della Guardia di finanza con il grado di appuntato scelto qualifica speciale, il 48enne Giuseppe Ritrovato, una condanna in primo grado a  4 anni e 6 mesi per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio.

L’INDAGINE

Queste vicende erano venute a galla nel corso di un’altra indagine, quella che ha interessato il titolare del locale in questione, Rubens Pizzo, che nel marzo di tre anni fa si è trovato accusato di estorsione. Nell’ambito di questa inchiesta, chiamata “Costrictor”, condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Rovigo e coordinata dal pm Sabrina Duò, sono stati passati al setaccio i telefoni del noto gestore di locali, trovando una chat su Whatsapp dalla quale emergevano elementi degni di approfondimento. Messaggi scritti e soprattutto vocali abbastanza eloquenti. È nato quindi questo secondo filone per l’ipotesi di reato di corruzione, che nel gennaio dello scorso anno ha visto Pizzo condannato in abbreviato a 2 anni e 8 mesi. Il locale al centro di queste vicende, poi ceduto da Pizzo, è El Borrachito, in viale Porta Po. Secondo quanto emerso scorrendo i messaggi sul telefono di Pizzo e verificando le date, sarebbe risultato che l’appuntato avvertiva in anticipo l’amico su quando si sarebbero verificati accertamenti, in particolare sulla verifica della regolare emissione degli scontrini fiscali o sull’eventuale somministrazione di alcolici a minori, oppure anche sul rispetto dei limiti di emissione dei rumori, fornendo informazioni sui nomi dei militari che avrebbero eseguito i controlli, precisando se si sarebbero presentati in divisa o in borghese, se sarebbe stato un controllo solo della Finanza o con altre forze dell’ordine, nonché se si trattasse di accertamenti di iniziativa o su delega dell’autorità giudiziaria. Perché il finanziere ha, fra l’altro, anche avvertito Pizzo dell’esistenza di esposti, dell’ottobre e del novembre del 2017, su presunte irregolarità nell’ambito della gestione del suo locale El Borrachito, con gli esiti delle indagini che erano stati poi trasmessi alla Procura nel gennaio 2018.

IL PROCESSO

Il finanziere era stato rinviato a giudizio il 21 gennaio dello scorso anno, nella stessa udienza nella quale invece Pizzo ha scelto il giudizio abbreviato. Il processo, che si è aperto il 6 maggio successivo, è stato abbastanza rapido e già ieri è arrivata la sentenza, letta dal presidente del Tribunale Angelo Risi, che presiedeva il Collegio, con la quale Ritrovato è stato condannato anche alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Una sentenza dura, con una pena pari a quella che era stata chiesta nella sua requisitoria dal pm Maria Giulia Rizzo, che sarà sicuramente appellata dalla difesa, affidata all’avvocato Francesco Trapella.

Ultimo aggiornamento: 07:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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