ROVIGO - Plastica croce e delizia dell'export polesano, che nei primi sei mesi dell'anno si è sostanzialmente mantenuto in linea con le dinamiche del 2022, che aveva fatto segnare la ripresa dopo il crollo dell'anno precedente, a sua volta "rimbalzo" dell'ascesa del primo anno della pandemia, che era stata trainata dal farmaceutico e dal medicale. Come emerge dall'articolata analisi sul primo semestre 2023 della Camera di commercio di Venezia e Rovigo, «nel periodo gennaio-giugno, le esportazioni dalla provincia di Rovigo hanno totalizzato 938,6 milioni di euro, in diminuzione del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2022, ma in crescita del 13% sul 2021. La prima voce dell'export polesano rimane il settore articoli in materie plastiche che segna una diminuzione del 18,6% rispetto allo stesso periodo del 2022 a causa della contrazione dei flussi verso i mercati tradizionali di Germania (meno 25,3% sul 2022 e meno 2,2% sul 2021) e Francia (meno 3,2% sul 2022 ma più 29,1% sul 2021).
L'export: dove Rovigo è più forte
Se le esportazioni del comparto gomma-plastica passano dai 141 milioni del periodo gennaio-giugno del 2022 ai 125 di quest'anno, quelle dei macchinari accelerano e sorpassano al primo posto la chimica. Come nella plastica, infatti, anche la produzione chimica ha rallentato la sua commercializzazione estera. Nell'analisi camerale si sottolinea che «gli aumenti significativi delle esportazioni verso Germania (più 16,6% sul 2022 e più 42,1% sul 2021), Algeria (più 6.903,1% sul 2022 e più 36.051,8% sul 2021) e Stati Uniti (più 124,9% sul 2022 e più 147,7% sul 2021) dei prodotti chimici di base non riescono a compensare il calo delle stesse verso la Grecia, meno 81,1% sul 2022. Il comparto lascia sul terreno, nel complesso, l'11,5% pari a 10 milioni di euro in valore assoluto. In calo del 41,5% rispetto al 2022 (ma più 61,7% sul 2021) anche le esportazioni di tubi, condotti e profilati cavi, che perdono complessivamente oltre 28,5 milioni di euro, per la forte contrazione dei valori verso Messico (meno 99,6%) ed Emirati Arabi Uniti (meno 33%)». A trainare l'export polesano, che per il 71,5% resta in area Ue e che vale appena il 2,2% del totale regionale, l'ottima performance di due importanti settori dell'economia provinciale: le macchine per l'agricoltura e silvicoltura, e quelle che ricadono nella classificazione "altre macchine per impieghi speciali". Nel primo dei due settori la crescita del 21,3%, pari a 10,7 milioni di euro, è trainata dalla crescita esponenziale delle esportazioni verso Francia, più 59,5%, Germania, più 90,2%, Spagna, più 260,9%, Austria, più 388%, ed Emirati Arabi Uniti con un più 30.796,9%. Nel secondo settore, invece, che cresce complessivamente del 72,6%, i flussi sono trainati da Stati Uniti, Germania, Francia, Messico e Australia. Fra i settori in crescita anche gli accessori per autoveicoli, con un più 0,4% sul 2022 e più 51,7% sul 2021, granaglie, amidi e prodotti amidacei con più 25,9% sul 2022 e più 90,4% sul 2021, i prodotti farmaceutici di base, più 7,5% sul 2022 e più 11,9% sul 2021.
Le importazioni
Per quanto riguarda le importazioni, la scena polesana è dominata dal rigassificatore, che vale 2,11 miliardi di euro dei 2,88 miliardi totali dell'import polesano. Import crollato del 30,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, pur aumentando notevolmente di ben il 128,5% rispetto al 2021. Tendenza influenzata principalmente dall'andamento dei prezzi dei prodotti energetici a livello internazionale. Nel dettaglio delle importazioni di gas naturale, quelle dal Qatar sono diminuite del 22,7% rispetto al 2022, con un valore di oltre 1,57 miliardi di euro.
