ROVIGO - Intensificati i controlli della Guardia di Finanza del Comando Provinciale nei confronti di alcuni negozi dopo la scoperta che questi vendevano prodotti per la cosmesi ritenuti irregolari. Gli accertamenti sono iniziati a seguito di un’attività di controllo fiscale a un negozio che rivendeva prodotti per la cura della persona, nel corso della quale era emerso che su alcuni di questi l’etichetta riportava la presenza di una sostanza denominata “buthylfenil methylpropional”, meglio conosciuta come Lilial. Questa è composta da una molecola di sintesi largamente utilizzata come componente odoroso nei prodotti cosmetici; in particolare profumi, shampoo, saponi, creme per il corpo, latti detergenti ma anche in alcuni prodotti per l’igiene della casa come i detersivi. Su di essa recentemente era stato acceso un alert dalla ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche) che l’ha classificata fra le sostanze tossiche, cancerogene o mutagene per la riproduzione.
Il relativo Regolamento UE 2021/1902 (che a sua volta ha modificato il reg. 1223/2009) ne ha quindi imposto il divieto di uso nelle formulazioni cosmetiche a partire dal 1° marzo 2022.
A fronte degli elementi raccolti, i Finanzieri hanno, quindi, proceduto a diversi sequestri d’iniziativa, presso alcune attività commerciali, per circa un migliaio di prodotti per violazione, in ipotesi accusatoria, del D.LGS n. 204/2015 (Disciplina sanzionatoria per la violazione del regolamento 1223/2009 sui prodotti cosmetici) che punisce con sanzioni penali della reclusione da 1 a 5 anni e la multa non inferiore a 1000 euro “Chiunque produce, detiene per il commercio o pone in commercio prodotti cosmetici che, nelle condizioni d'uso normali o ragionevolmente prevedibili, possono essere dannosi per la salute umana...”” a carico di soggetti rivenditori. Il procedimento è in fase di indagini preliminari e i sequestri d’iniziativa eseguiti dalla Guardia di Finanza sono stati convalidati dalla Procura della Repubblica di Rovigo. Gli accertamenti sono stati estesi, quindi, a tutta la provincia polesana per individuare altre vendite illegali e risalire alla filiera commerciale, fino a ora con esito negativo.
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