I commercianti consegnano tra le lacrime le chiavi dei negozi al sindaco

Lunedì 4 Maggio 2020 di Alberto Lucchin
I commercianti attorno al sindaco con la chiave simbolicamente consegnata

ROVIGO Quasi 300 persone, in lacrime, hanno fatto tintinnare le chiavi del proprio negozio, con la forte speranza che quel suono smuova gli animi del Governo e li convinca a cambiare idea per sulla data delle riaperture previste per la fase 2. La loro richiesta è quella di potere alzare nuovamente la serranda dopo oltre due mesi di chiusura, esposta ieri mattina con un flash mob in piazza Vittorio Emanuele davanti al sindaco Edoardo Gaffeo e la sua giunta.

L’APPELLO
Iolanda Trombetta, con la voce strozzata dalla commozione, si è lanciata in un amaro sfogo, implorando l’esecutivo Conte di tenere in considerazione i piccoli imprenditori come lei che hanno la necessità di tornare a lavoro: «Sono la titolare di un negozio di parrucchiera e mio marito dovrebbe fare la stagione estiva. Siamo sempre stati ligi alle regole di sicurezza, ma vi chiedo: fateci aprire i nostri negozi, le nostre attività. Tutti abbiamo il diritto di lavorare. Diamo questa opportunità a tutti gli italiani, non lo chiedo solo per noi di Rovigo».
Trombetta faceva parte di un folto gruppo di manifestanti tra i quali dell’estetica, che hanno anche ricordato al sindaco come purtroppo il loro mercato sia tormentato dagli abusivi, che praticano la professione violando le regole minime imposte dalle norme sanitarie e chiedono a Gaffeo che si faccia portavoce anche di questa situazione. La speranza di estetisti, parrucchieri e ristoratori è che tutto questo clamore serva ad anticipare la riapertura prevista, per alcuni di loro, per l’inizio del prossimo mese. La preoccupazione è che non riescano più a tornare a lavorare, perché tre mesi complessivi di chiusura al pubblico potrebbero essere devastanti.

L’INCONTRO
L’appuntamento era fissato per le 12, ma già un’ora prima in molti avevano popolato la piazza nell’attesa di mettere in scena una protesta singolare: consegnare le chiavi del proprio negozio, ristorante o bar al primo cittadino. Una “ribellione” già adottata in altre citta italiane e polesane: gli esercenti hanno simbolicamente consegnate dei cartonati raffiguranti delle chiavi (non proprio tutti, visto che alcuni hanno realmente dato chiavi dei propri negozi) a Gaffeo, perché si faccia loro portavoce. Il sindaco ha risposto di capire le loro necessità e che come amministrazione stanno facendo di tutto per aiutarli a rimettersi in carreggiata. «Siamo preoccupati quanto l’intera città per un blocco che ha interessato le nostre vite e le diverse attività lavorative. Dobbiamo essere tutti pronti per la ripresa e come Comune stiamo cercando di fare un piano complessivo per la ripartenza, passando non solo per il raddoppio degli plateatici e per dare spazi a chi attualmente non li ha. Altre risorse contiamo di metterle nelle prime settimane di maggio».
Gaffeo, infatti, promette che oltre al milione di risorse interne già messe a disposizione in questa parte, lo sforzo economico sarà ancora maggiore nei prossimi giorni, con una manovra economica da oltre il milione di euro. «Sarà un investimento importante e si tratterà di spendere bene perché, visto il vincolo di bilancio, non possiamo permetterci di sbagliare».
Tra chi protestava c’era anche l’assessore regionale, nonché consigliere comunale di minoranza, Cristiano Corazzari: «Sono vicino al mondo del commercio. La giunta Zaia sta cercando di dare la massima interpretazione per poter consentire le riaperture. Per farlo, però, serve che il Governo faccia dei provvedimenti che lo consentano. I veneti meritano fiducia e hanno dimostrato di sapere rispettare le norme di sicurezza, per cui meritano di tornare alla normalità e i dati sanitari permettono di avere fiducia».

NEGOZI
Per il settore della moda e dell’abbigliamento, spaventati dalle norme preannunciate per l’igienizzazione dei capi in prova, c’era Confcommercio. «Ci hanno obbligati a tenere chiuso e ci devono garantire risorse a fondo perduto. All’amministrazione comunale chiediamo la defiscalizzazione e magari anche l’abolizione, dove è possibile, delle tasse comunali come la Tari, e incentivi per la Tosap». «Come Federmoda - ha detto il suo rappresentante Giulio Pellegrini - chiediamo che lo Stato rivaluti le proposte fatte sinora. Abbiamo lo stesso diritto di aprire e non possiamo igienizzare tutti i nostri capi, ma proponiamo che chi viene da noi sia obbligato a usare mascherina e guanti».
Il consigliere comunale e regionale del Pd, Graziano Azzalin, si dice vicino agli esercenti: «Le misure prese finora dal Governo non bastano.

Attendiamo di conoscere i nuovi provvedimenti. Anche la Regione e gli enti locali, gli istituti di credito e l’Unione Europea devono agire».

Ultimo aggiornamento: 07:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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