“Fanghi sporchi", la Cassazione respinge i ricorsi e conferma i 5 anni ai dirigenti della Coimpo

Sabato 17 Giugno 2023 di Francesco Campi
Un'immagine dei sopralluoghi che furono condotti in azienda

ADRIA (ROVIGO) - Sono diventate definitive le condanne a 2 anni e 6 mesi nei confronti dell’ex presidente del Cda della Coimpo Gianni Pagnin, 72 anni, di Noventa Padovana, e di Mauro Luise, 62enne adriese ma residente in Romania, già direttore tecnico della Coimpo e ritenuto dirigente di fatto della Agribiofert, nell’ambito del procedimento ribattezzato Coimpo bis: lo stralcio relativo ai “fanghi sporchi”. In pratica il cuore dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Venezia, incentrato sull’accusa di traffico illecito di rifiuti, per la quale il 10 dicembre 2017, con l’operazione “Nemesi”, era scattato l’arresto delle sei persone ritenute a capo di Coimpo e Agribiofert e quindi gli artefici dell’ipotizzata gestione abusiva di fanghi civili e agroindustriali e altri rifiuti speciali, non sarebbero stati sottoposti alle regolari e corrette procedure di recupero, venendo così illecitamente smaltiti in campagna

RICORSI INAMMISSIBILI

Giovedì la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati contro la sentenza di secondo grado, pronunciata dalla corte d’Appello di Venezia nel marzo 2022, fra i quali anche quello del Comune di Adria, perché, nonostante con la sentenza di secondo grado fosse stata aumentata l’entità della provvisionale stabilita nei confronti dell’amministrazione adriese (da 10mila a 30mila euro), si chiedeva che fosse direttamente attribuito a Pagnin e Luise anche il costo della bonifica del sito di Ca’ Emo, la cui stima minima è di almeno una decina di milioni di euro. «Come amministrazione comunale – aveva spiegato a ottobre l’allora sindaco Omar Barbierato - ci siamo costituiti parte civile in tutti i filoni che la giustizia sta percorrendo, in seguito alla tragedia nell’ex Coimpo e andremo a proporre un ricorso in Cassazione rispetto alla sentenza d’appello per il Coimpo bis, relativo al traffico illecito dei rifiuti. Dal nostro punto di vista è stata travisata la richiesta sui danni ambientali rispetto ai danni alla nostra comunità e della necessaria caratterizzazione». 

VICENDA PROCESSUALE 

Nella sentenza della Cassazione si respinge il ricorso e si stabilisce anche un’ammenda da 3mila euro. Nella sentenza di primo grado, pronunciata l’11 dicembre 2019 dal giudice Laura Contini, Pagnin e Luise erano stati condannati a 3 anni ciascuno, mentre in appello la pena venne ridotta a 2 anni e 6 mesi, perché sono stati assolti per le accuse relativi ai fatti commessi fino al 25 agosto 2014 e quelli successivi al primo ottobre 2016. Confermati i risarcimenti di 10mila euro per la Regione, di 6mila euro per la Provincia di Rovigo, di 5mila per il Comune di Pettorazza Grimani e per Legambiente
Il prossimo 11 luglio la Cassazione si pronuncerà anche sui ricorsi alla sentenza di secondo grado del processo per omicidio colposo relativo alla più grave tragedia sul lavoro in Polesine dei giorni nostri. Il 22 settembre 2014, durante lo sversamento di acido solforico nella vasca D dell’impianto Coimpo-Agribiofert si sprigionò la nube tossica che uccise Nicolò Bellato, Paolo Valesella, Marco Berti e Giuseppe Baldan. 
L’inchiesta della Dda di Venezia, relativa al traffico illecito di rifiuti che avrebbe avuto come suo centro l’impianto di Ca’ Emo, era scaturita proprio dalle indagini in seguito al disastro costato la vita ai quattro lavoratori, fino ai sei arresti, nel dicembre 2017, per l’accusa di aver abusivamente gestito ingentissime quantità di rifiuti speciali con successivo illecito smaltimento su suolo agricolo.
 

Ultimo aggiornamento: 08:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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