Caro bollette, nella trattoria Ai Bagordi di Boara Pisani si mangia a lume di candela per abbattere i costi

Lunedì 31 Ottobre 2022 di Enrica Marchetto
Caro bollette, Ai Bagordi cena a lume di candela

BOARA PISANI (ROVIGO) - «Se sapevo così non portavo la mamma, ma la morosa». Questo il commento di un cliente appena varcata la soglia della trattoria Ai Bagordi a Boara Pisani. Anche se l'atmosfera era certamente suggestiva e poteva far pensare si trattasse di una cena romantica a lume di candela, tutt'altra la finalità che il titolare Michele Malengo ha voluto arrivasse alle persone con l'iniziativa di spegnere la luce. È stata una protesta pacifica contro il caro bollette che sta dissanguando i gestori. Il ristoratore della Bassa padovana, proprietario anche del ristorante Il Canaletto di Rovigo, afferma che «non c'è più tempo da perdere, ci vogliono soluzioni, iniziative chiare e veloci per tutelare le imprese e le famiglie che ormai sono in balia delle aziende che forniscono energia. Non abbiamo fatto alcuna promozione o particolare pubblicità della serata, ma abbiamo ricevuto il sostegno e l'incoraggiamento di tutti i clienti. Il mio vuole essere un piccola gesto contro l'immobilità del Governo. I mesi passano ma la situazione non cambia, mentre le utenze sono aumentate del 400%».

L'attività

La trattoria è al decimo anno di attività e dà lavoro a 13 dipendenti. Fortunatamente il lavoro è aumentato negli ultimi mesi, ma la situazione è grave. Questo segnale vuole essere una voce tangibile per dire basta anche chiamando in causa le autorità locali. Anche il cordiale staff di sala composto da Elena, Eleonora e Giada sostiene la protesta. «Vorremmo ci fossero più iniziative di questo tipo nella zona per scuotere il più possibile le persone e i piani alti. Siamo qui da nove anni e ci teniamo a conservare il nostro posto di lavoro. Per la serata abbiamo avvisato i clienti dell'iniziativa e tutti l'hanno accolta benissimo, sostenendoci». Vincenzo e Marisa, genitori di Michele, nella trattoria hanno un ruolo chiave occupandosi rispettivamente del forno e della griglia e della cucina. Il padre con uno sguardo pieno di amarezza afferma che «si rischia di chiudere, nonostante il lavoro sia in aumento. In pausa pranzo facciamo il menù a prezzo fisso di 14 euro e dovremmo portarlo a 20, ma come facciamo a chiedere agli operai una somma simile? Il nostro è un gruppo affiatato nel quale la voglia di lavorare è tanta, è lo Stato che ci sta tagliando le gambe. Veniamo da due anni di pandemia nel quale i ragazzi si sono visti ridurre lo stipendio della metà, chi con mutui da pagare e spese vive che aumentano sempre più.

Ora l'ennesima batosta. Lo Stato si deve muovere in fretta perché il malcontento non è solo nostro, ma di tutte le persone e a pagarne le spese sono sempre i più piccoli».

A tavola

Francesco e Chiara sono una giovane coppia cliente abituale del ristorante. «Siamo venuti appositamente per appoggiare la protesta, perché di riflesso coinvolge anche noi lavoratori. È un problema di tutti e ci dovrebbero essere più iniziative così». Anche Andrea, che pensava che le candele fossero per l'avvicinarsi di Halloween, una volta spiegata la motivazione, abbraccia la protesta. «Si potrebbero fare anche cose più tangibili, come non pagare le bollette ai fornitori, anche se questo gesto dovrebbe essere fatto da tutti, non solo dal singolo». Vittoria, giovane madre a cena con la famiglia dopo una giornata di lavoro nel centro estetico, conosce bene il problema, avendo visto triplicare le utenze del posto di lavoro: si dice d'accordo nel far sentire la propria voce, sperando possa smuovere le autorità attraverso aiuti immediati.

 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 21:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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