«Il carcere di Rovigo rischia di diventare una polveriera»

La denuncia del Garante dei detenuti

Giovedì 1 Febbraio 2024 di Francesco Campi
Carcere di Rovigo

ROVIGO - In queste gelide giornate, nemmeno l'acqua calda. Quasi un incubo. Ancor più se a viverlo è chi non ha alternative, perché privato della libertà personale. Questo è successo all'interno del carcere nella prima metà di gennaio, creando tensioni che non hanno favorito la serenità di un ambiente che vive su equilibri fragilissimi. A evidenziare l'accaduto è il Garante dei detenuti, Guido Pietropoli, dopo il primo incontro con il nuovo direttore Mattia Arba. Un direttore atteso per anni, dopo reggenze e incarichi a scavalco, ma che si è trovato di fronte a una situazione tutt'altro che facile.
«Assieme a un ispettore e al tecnico degli impianti - spiega Pietropoli - venivo dal reparto Alta sicurezza, dove si era tenuta un'assemblea tra i detenuti che denunciavano il disagio di non usufruire delle docce a causa della poca acqua calda.

Il problema si era presentato durante tutta la settimana per un guasto alle caldaie, aggravatosi nel fine settimana. Acqua, tabacco, vitto e una certa libertà di movimento a celle aperte sembrano essere le quattro comfort zone che possono garantire una qualche convivenza pacifica in queste strutture: se ne manca una, l'insofferenza e l'aggressività sagono alle stelle e c'è pericolo di sedizioni e di rivolte. Il cattivo funzionamento degli impianti sembra ora essere risolto».

PROBLEMI DATATI
Tuttavia, di problemi ce ne sono anche di più gravi. Come evidenzia il Garante, «il direttore ha manifestato la grande apprensione per il notevole incremento della popolazione: da una media di circa 210 presenze si è passati recentemente a 270. Il problema è che l'organico non ha beneficiato dello stesso 30% in più di addetti: già carente gli anni scorsi, ora il personale deve svolgere il suo lavoro esponendosi a maggiori rischi anche per il rapporto sfavorevole detenuto-agente».
Il numero delle presenze, secondo l'osservatorio di Antigone aggiornato al 31 dicembre, su dati del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, era di 272 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 211. Di questi, 127 gli stranieri, quasi la metà non con condanna definitiva. Il tutto senza contare che nonostante la mancata riclassificazione, da ormai un lustro la struttura ospita un centinaio di detenuti Alta sicurezza di terzo livello, ovvero esponenti legati alla criminalità mafiosa e alle organizzazioni dedite al traffico di stupefacenti. Aspetto sottolineato anche dalla presidente del Tribunale di sorveglianza di Venezia, Linda Arata, nella sua relazione alla recente inaugurazione dell'anno giudiziario: «Risulta gravosa la gestione dei detenuti della Casa circondariale di Rovigo in cui è presente dal 2019 una Sezione di detenuti in Alta sicurezza 3 e per il quale sono già stati programmati lavori di ampliamento, per cui la capienza verrà a breve aumentata».


Nell'ultimo anno il carcere di Rovigo è stato teatro di tre tentativi di suicidio e 12 atti di autolesionismo.
Il rammarico di Petropoli è evidente. «Dal punto di vista strutturale ci sarebbero le condizioni per essere non dico un carcere modello, ma uno di quelli che potrebbero non avere problemi, visti anche i buoni modi di approccio da parte del personale verso i detenuti, per quanto ho potuto verificare. A più riprese alti esponenti del Governo hanno promesso il passaggio di rango e l'adeguamento del personale fortemente carente per numero. Gli spazi fisici di un carcere possono essere un problema, ma non riveste minore importanza chi vi lavora e opera: il personale di custodia, educativo e di cura. Coloro che si sono macchiati di colpe contro la società devono trovare nel carcere la presenza dello Stato, ma se lo Stato non si cura di assistere le proprie strutture, mostra di fatto il proprio disinteresse per il lavoro dei suoi operatori e per i detenuti, l'assoluta indifferenza per il reinserimento dei detenuti nella società che è obiettivo e valore costituzionale».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci