Veneto, carceri sovraffollate e reati in aumento dell'8% - Il commento di Luca Zaia

Sabato 27 Gennaio 2024
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di Gianluca Amadori

Dopo due anni di flessione, il numero dei reati in Veneto torna a salire.

Lo ha annunciato il procuratore generale, Federico Prato, nel corso della conferenza stampa con cui è stata presentata la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, in programma per oggi alle 10, nella sede della Corte d'appello, a Venezia.

Tra il luglio del 2022 e il giugno del 2023 il numero dei reati è aumentato dell'8 per cento: complessivamente 29581

Ben più dell'anno precedente, ma meno dei 31.194 registrati nel periodo 2019-2020. In forte crescita i reati economici (78%) e quelli informatici (23%), ma anche droga (11%), reati tributari (10%) e quelli relativi a stalking e contro libertà sessuale (7%); gli omicidi sono passati da 95 a 117, con un preoccupante incremento del 23 per cento. In forte calo i reati contro la pubblica amministrazione e la criminalità organizzata, ma la ragione, secondo il pg, va trovata nella crescente difficoltà in cui si trovano ad operare gli inquirenti. In flessione anche i fatti di pedofilia e pedopornografia (-13%), i reati in materia di inquinamento (-8%) ed edilizia (-6%). Il procuratore generale ha affrontato il tema dei femminicidi difendendo l'attività delle procure: «Non tutto può essere previsto», riferendosi in particolare alle polemiche scoppiate dopo il delitto di Riese Pio X. E Citterio concorda: «Non si può ragionare con il senno di poi, non abbiamo la sfera di cristallo. In ogni caso, misure custodiali in carcere a fronte di ogni denuncia, senza adeguati elementi, non reggerebbero: il fenomeno non può trovare soluzione soltanto in sede giudiziaria».

CARCERE E SUICIDI

Prato ha espresso preoccupazione per l'annosa questione del sovraffollamento delle carceri, con 2481 detenuti (di cui 1250 stranieri, 131 donne) a fronte di una capienza massima di 1947, e un numero crescente di suicidi (6 casi, 2 in più rispetto all'anno precedente, oltre a 99 tentativi) e atti di autolesionismo(787). «Il problema va affrontato - ha dichiarato il presidente della Corte d'appello, Carlo Citterio - Si tratta di persone affidate allo Stato: servirebbe una maggiore assistenza psicologica, in particolare per i soggetti più fragili».

ORGANI CARENTI

Come accade ormai da lungo tempo, la cerimonia d'inaugurazione dell'anno giudiziario, alla quale presenzierà il sottosegretario alla Giustizia, il padovano Andrea Ostellari, servirà per evidenziare la cronica carenza di personale, in particolare di quello amministrativo (mediamente superiore al 30 per cento, quasi del 40 per cento in Corte d'appello) che rende difficile il funzionamento della giustizia. Ciò nonostante la Corte d'appello e i vari tribunali della regione hanno fatto "miracoli", riuscendo a smaltire una consistente percentuale di arretrato: nel 2023 le sezioni civili della Corte d'appello hanno abbattuto il 14,4 per cento delle pendenze; quelle penale il 22,5 per cento. Sul fronte civile a Padova l'arretrato è stato ridotto del 10 per cento, a Rovigo del 19, a Vicenza del 16, a Treviso del 5 per cento; nel penale a Padova del 26 per cento, a Rovigo del 24,3, a Verona del 12 e a Vicenza del 17,3 per cento.

«SERVONO RISORSE»

«Non vorrei che, alla luce di questi dati, qualcuno provasse a dire che organici e strumenti sono sufficienti - ha giocato d'anticipo Citterio - I risultati ottenuti sono merito di un impegno straordinario di tutti; i giudici hanno lavorato più del dovuto, ma è sufficiente che arrivino due grossi processi per bloccare tutto. Ora servono le risorse: Governo e Parlamento devono provvedere, se vogliono che la giustizia funzioni». Garantire il funzionamento della Corte d'appello significa far funzionare tutta la macchina della giustizia. «L'obiettivo è di riuscire a definire ogni procedimento entro due anni dall'iscrizione - ha annunciato il presidente - Se la Corte è bloccata, in primo grado gli imputati non opteranno per i riti alternativi sperando nella prescrizione, rallentando i processi». Citterio evita ogni polemica con la politica, anche sul tema della recente riforma sul tema della prescrizione: «Non c'è alcuna volontà di ingerenza - precisa - I presidenti della Corti d'appello hanno scritto una lettera semplicemente per chiedere chiarezza e sollecitare una norma transitoria che garantisca certezza a chi le norme deve applicarle».

Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 10:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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