BADIA POLESINE - Un silenzio pesante, rotto solo dal rumore della pioggia incessante e dalla commozione, ha accompagnato l’ultimo viaggio di Shefki Kurti, ieri mattina nel cimitero di Badia Polesine. Sotto un cielo plumbeo parenti, amici e conoscenti hanno dato l’ultimo saluto al 72enne ucciso dalla moglie Nadire, rea confessa di averlo colpito con un’accetta e averne smembrato il corpo il 21 luglio scorso.
I poveri resti dell’uomo erano stati trovati nelle acque dell’Adigetto una settimana dopo mentre la donna, in cura per problemi psichici, nascondeva ai figli l’orribile verità di un delitto dettato dalla gelosia per un’ amante inesistente. La donna, ricoverata da oltre un mese e piantonata nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Rovigo dove si trova in custodia cautelare, diceva di sentire la voce di un’altra donna che parlava continuamente al marito con un microchip impiantato nell’orecchio con l’intenzione di ottenere denaro e trasferirsi in casa loro, e al pm ha raccontato di un violento litigio durante il quale sarebbe scaturito l’orrendo crimine. Una confessione raggelante che ha chiuso la vicenda sotto l’aspetto delle indagini, dando modo ai familiari di Shefki Kurti, sconvolti da una realtà inimmaginabile, di dargli finalmente degna sepoltura. Così ieri mattina, in un’atmosfera quasi surreale, conoscenti e amici si sono stretti attorno ai figli Arben e Alketa, sostenuti rispettivamente dai coniugi Alexandra e Nderim, ai nipoti Nicholas, Justin e Anthony e agli altri parenti.
“GUIDACI DAL CIELO”
Nei giorni scorsi i figli, nel dare l’annuncio della data dei funerali, avevano scritto su Facebook un pensiero prendendo in prestito le parole del cantautore Francesco Guccini. «Papà, come sulla terra ci guidasti nei nostri primi passi, ora dal cielo guidaci a superare questo grande dolore della tua perdita.