Albarella, 11 villette senza autorizzazione, il Tar boccia il piano residenziale dopo 15 anni

Martedì 16 Marzo 2021 di Enrico Garbin
l'isola di Albarella
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ROSOLINA - Quel complesso residenziale composto di undici fabbricati unifamiliari, Albarella non li poteva costruire. E non poteva sperare di aggirare l’ostacolo con una sorta di sanatoria. È questa la sintesi di una sentenza con cui, nei giorni scorsi, la seconda sezione del Tar del Veneto, forse, ha messo la parola fine su una vicenda aperta da quasi quindici anni, anche se in realtà tutto era partito nei primi anni 90, rimbalzando più volte dalle commissioni tecniche degli enti preposti alle autorizzazioni alle aule dei tribunali.
Sulla scorta di un piano di lottizzazione regolarmente approvato e convenzionato, nel luglio 1992, l’isola di Albarella chiede alla Provincia il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica per poter costruire undici fabbricati unifamiliari. Il titolo arriva nel maggio 1993, non prima però di aver ottenuto il nulla osta forestale da parte della Regione e di aver apportato ulteriori modifiche progettuali, necessarie per migliorare la compatibilità dell’intervento con il contesto ambientale.
ANNULLAMENTO
Anche se nei prima anni 90 non c’erano ancora il Parco del Delta del Po, la riserva di biosfera Mab Unesco e finanche l’odierna caratterizzazione quale isola “green”, a fare da guardia allo sviluppo immobiliare dell’isola c’era comunque la Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio di Verona. L’organo periferico del Ministero per i beni culturali e ambientali, infatti, nell’ottobre 1993 annullava l’autorizzazione rilasciata dalla Provincia per “difetto di motivazione”. A questo punto Albarella ricorre e vince al Tar, e mentre ancora pende il giudizio davanti al Consiglio di Stato, porta avanti e completa l’intervento edilizio. Solo che questa volta, ed è il 2002, i giudici danno ragione alla Soprintendenza.
EDIFICI REALIZZATI
Con gli undici edifici che ora risultano realizzati senza l’autorizzazione paesaggistica, Albarella chiede al Comune, cui sono state nel frattempo demandate tali competenze, di autorizzare a posteriori il progetto. Il provvedimento è dell’agosto 2006 e viene inoltrato per competenza anche alla Soprintendenza che non può che chiederne l’annullamento. Albarella impugna anche questo e avvia la battaglia legale che si è conclusa nei giorni scorsi. La sentenza del Tar fa piazza pulita delle argomentazioni sollevate dal Albarella. Avendo realizzato gli undici edifici in assenza di autorizzazione paesaggistica, quello ottenuto in seguito dal Comune è di fatto un atto di sanatoria che, per la modifica in senso restrittivo della normativa intervenuto nel maggio del 2006, non è consentito. Non a caso, l’autorizzazione comunale non poteva valutare preventivamente l’impatto degli edifici nell’ambiente e nel paesaggio, ma si limitava a prendere atto dell’esistente.
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Ultimo aggiornamento: 08:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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