Gianni e Giovanni, due vite spezzate dall’epidemia

Giovedì 8 Aprile 2021
Un reparto di terapia intensiva

ROVIGO - Croce Verde Adria piange la scomparsa di Gianni Bergamini, storico volontario dell’associazione di via Malfatti. Bergamini si è spento all’età di 79 anni. Aveva contratto il Covid-19. Grande appassionato di fotografie e di collezionismo, le sue immagini avevano impreziosito le opere di numerosi scrittori locali, ma non solo. «Ci stringiamo - fa sapere il presidente di Croce Verde Antonio Sturaro - attorno alla sua famiglia. Grazie alla sua preziosa opera di fotografo e collezionista, le immagini della Croce Verde si sono tramandate nel tempo e hanno dato vita a dei libri che ne ricordano le epiche gesta. Fai buona strada Gianni». «Era una persona perbene - commenta l’ex sindaco Sandro Gino Spinello -, un profondo conoscitore della nostra comunità alla quale era intimamente legato. Le sue collezioni di foto e di cartoline di Adria sono state nel corso degli anni una fonte inesauribile per tanti amministratori, studiosi e storici della nostra realtà. Spero che il suo patrimonio non vada disperso». I funerali di Bergamini, che lascia la moglie Carla e i figli Tania e Mauro saranno celebrati domani, alle 15, in cattedrale. Dopo le esequie la salma sarà tumulata nel cimitero di Adria.
VITA NEI CAMPI
Il Covid si è portato via Giovanni Bolognese, 86 anni, di San Bellino. Una vita passata in campagna, la sua seconda casa. Bolognese aveva lavorato nelle aziende e negli allevamenti della zona, portando la sua umiltà ed esperienza anche a Villamarzana, Pincara, Frassinelle, Paolino. Dopo la pensione, la vita di Giovanni era proseguita in maniera serena, tra la casa di via Vecchia e il piccolo appezzamento di terra dove si dedicava all’orto e al vigneto. Gli storici appassionati di calcio locale lo ricordano allo stadio, alle partite casalinghe del San Bellino. La passione per il pallone, da tifoso del Milan, lo portava a seguire le gare dei rossoneri in tivù. Con lo scorrere del tempo, qualche acciacco fisico fino all’operazione al cuore affrontata una decina di anni fa all’ospedale di Verona. L’anziano– talvolta lamentava problemi alle gambe. La situazione è precipitata quando ha contratto il Coronavirus: ricoverato a Trecenta, è mancato sabato. I funerali, celebrati ieri mattina nella Basilica di San Bellino, sono stati officiati da don Alessandro Cavallarin. Una parte dell’omelia è stata pronunciata da padre Daniele Nardin, che ben conosce la famiglia e ha tracciato con dovizia di particolari, e in dialetto, la figura di Giovanni. L’86enne lascia i figli Marino, Marina, Wilma e Vanni, i fratelli, la sorella e i tanti nipoti e pronipoti che in maniera affettuosa lo chiamavano “il nonnino”. Al termine la salma è stata accompagnata al cimitero di Fratta.
 

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