Zaia: «Via al primo week end lungo, no fiumi di gente in giro». Rosi: «Mortalità elevata anche nei 50-60enni»

Sabato 5 Dicembre 2020
Il governatore Luca Zaia
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VENEZIA - Il governatore del Veneto Luca Zaia fa il punto sull'emergenza Coronavirus in Veneto e sulle nuove disposizioni nazionali (Dpcm) in vigore da ieri, dalla sede della Protezione civile di Marghera.

Partecipa il dottor Paolo Rosi, responsabile delle terapie intensive del Veneto.

Il bollettino Nuovi positivi 3607 nelle ultime 4 ore (6,93 le percentuale tra tamponi e positivi, in discesa, ieri era 7,51%). Gli attualmente positivi sono 74.958. I ricoveri salgono a 3059, più di marzo di cui 340 nelle terapie intensive (+3 rispetto a ieri sera). Il totale dei morti nelle ultime 24 ore è di 108, «dato importante e preoccupante», in totale i morti sono 4.173.

Cosa ha detto Zaia

Primo week end di shopping natalizio

«E' il primo week end lungo contando anche il Ponte dell'Immacolata, la gente andrà a fare shopping. Tra l'altro ho verificato: lunedì 7 è prefestivo, centri e parchi commerciali restano chiusi.  Il nostro Rt è a 1,1 il più alto d'Italia, anche se in calo. Il Veneto è in zona gialla perchè ha saputo gestire bene la pressione sanitaria, ma adesso con oltre 3.000 ricoveri il problema si sente. Siamo fortemente preoccupati per gli assembramenti che continuano a esserci: noi ci aspettiamo che le curve inizino a virare verso il basso. Ma ci sono fiumi umani che prendono d'assalto i centri cittadini, i grandi magazzini, i negozi: c'è chi non vuole proprio capire. Non vorrei dover metter mano di nuovo ad un'ordinanza contro gli assembramenti, sarebbe un fallimento».

Bar nei centri commerciali: si farà una Faq

I bar nei centri commerciali rimangono aperti anche nei giorni di chiusura del centro commerciale dal momento che la chiusura riguarda “gli esercizi commerciali” mentre i bar,  pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie sono regolati come servizi di ristorazione, oggetto di disposizione diversa da quella sugli esercizi commerciali.

Non andate in montagna in questo weekend

«C'è maltempo forte, rischio valanghe: in montagna state a casa. Lo dico anche a quelli che in coda a serpentone si stanno dirigendo verso la montagna». La pratica amatoriale dello sci di fondo e di sci alpinismo, non implicanti uso di impianti di trasporto, non è vietata; sono chiusi gli “impianti” dei comprensori sciistici, intendendosi per tali gli impianti di trasporto di persone ma l’attività motoria e sportiva è ammessa all’aria aperta, anche in aree attrezzate, e nel rispetto del distanziamento di 2 metri. Lo sci di fondo può quindi essere praticato anche sulle scie appositamente tracciate con mezzi meccanici.

Medici specializzandi 

«La partita va risolta a livello nazionale. Questi giovani medici hanno pienamente ragione, è una cosa che grida vendetta. Oggi sento il ministro Speranza anche su questo tema». 

Visite in libera professione

«Le visite in libera professione restano bloccate in ospedale. Adesso vediamo di trovare una soluzione per riaprire. Deve essere ancora più marcato il fronte fra l'atttività ospedaliera e quella libero-professionale».

Ospedale di Padova e Recovery Fund

«Abbiamo chiesto come Regioni un incontro urgente con il premier. Abbiamo fatto un po' una lista della spesa, ora dovrà esserci un confronto tra le Regioni, ma ad oggi siamo ancora in un limbo. L'ospedale di Padova resta la priorità. Sapete tutti cosa ho fatto per tirarlo fuori dalla palude. Se vogliamo fare veloci con le opere del Recovery Fund ci vorrà un'attività commissariale, non vedo alternative. Il Recovery è l'ultimo treno che passa per il Paese, 750 miliardi di cui 80 cash».

Il punto sulle terapie intensive

Il dottor Paolo Rosi, responsabile delle terapie intensive, fa il punto: «Ultima settimana stabile, siamo tra i 300 e i 340 ricoverati, con 20-25 pazienti che ogni giorno entrano e grossomodo altrettanti che escono. Quindi un afflusso di 25 pazienti al giorno in terapia intensiva è un afflusso critico. Sappiamo che ogni 200 persone positive, 1 finisce in terapia intensiva con un quadro clinico grave. Sopravvive poco più del 50% dei ricoverati in terapia intensiva. Questo dato è stabile da un mese. L'altro aspetto da sottolineare è che una buona parte dei pazienti resta a lungo ricoverato. Chi muore in genere resta 20 giorni in terapia intensiva. Per ridurre i ricoveri bisogna ridurre i positivi, ad oggi non c'è altra strada. Fasce di età: oggi metà dei pazienti in terapia intensiva ha più di 70 anni, l'altra metà ha meno di 70 anni. Ma attenzione, la mortalità è elevata anche nei 50enni e 60enni. A marzo la mortalità nelle terapie intensive viaggiava attorno al 30-35% non molto lontana da quella attuale».

Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 14:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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