​Scontro in consiglio, salta il bilinguismo. Tutta colpa di un tweet

Giovedì 1 Dicembre 2016 di Alda Vanzan
Scontro in consiglio, salta il bilinguismo. Tutta colpa di un tweet
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Può un consiglio regionale cadere per un tweet? Se i lavori sono su una proposta di legge che vuole definire il popolo veneto nientemeno che minoranza nazionale, tutto è possibile, compreso un finale da commedia in dialetto. Pardon, lingua veneta.

Protagonisti Elena Donazzan e Nicola Finco, lei assessore di Forza Italia e pasionaria del tricolore (ieri aveva anche la borsa rossabiancaverde), lui capogruppo della Lega che a un certo punto del dibattito definisce i conterranei «orgogliosi di essere veneti e non italiani». E lei, fuori microfono, lo sfida: «Voglio vedere se all'adunata degli alpini avrai il coraggio di ripeterlo». Ma è solo un assaggio. A Palazzo Ferro Fini sta tenendo banco da ore la  proposta di legge presentata dai Comuni di Resana, Grantorto, Segusino e Santa Lucia di Piave, testo iscritto all'ordine del giorno su richiesta della minoranza, per la precisione i tosiani Maurizio Conte e Giovanna Negro che stavolta si faranno inseguire dalla Lega e saranno pure utili alla maggioranza zaiana perchè Forza Italia, su questa storia della minoranza nazionale, non ci sta. Non ci sta neanche Sergio Berlato di Fratelli d'Italia, con la differenza che Berlato fa sapere che non voterà il provvedimento ma resterà in aula per garantire il numero legale, mentre i forzisti Massimo Giorgetti, Elena Donazzan e Massimiliano Barison annunciano subito che voteranno contro.



Un voto, comunque, che avrebbe avuto poca rilevanza politica se si considera che di prima mattina Finco e la capogruppo della Lista Zaia Silvia Rizzotto firmano un comunicato congiunto per dire che sul tema c'è libertà di voto, non ci saranno ripercussioni sull'alleanza. Il testo, tra l'altro, è stato annacquato: il relatore Riccardo Barbisan, Lega, presenta un emendamento che abolisce il patentino veneto, elimina ogni riferimento all'Istituto della Lingua Veneta, fa di fatto saltare il bilinguismo, i doppi cartelli stradali con traduzione, i posti riservati nei concorsi per il popolo veneto, demandando invece a una non meglio precisata Aggregazione delle associazioni il compito di raccogliere le dichiarazioni spontanee di chi vuole far parte della minoranza nazionale. Quanto agli effetti pratici, è una nebulosa: teoricamente un Comune potrebbe istituire l'insegnamento della lingua veneta a scuola, ma è tutto da vedere se il Governo finanzierà queste spese: i più si aspettano che la legge regionale, una volta approvata, venga impugnata. Comunque, benché edulcorato, il testo piace ai venetisti di Indipendenza Noi Veneto («Il percorso è solo iniziato», dice Roberto Agirmo), ma provoca l'allergia ai forzisti. Anche il M5s è critico: «Rischiamo che il consiglio regionale venga sciolto», dice Jacopo Berti leggendo un parere tecnico del giurista-linguista Mocellin.

Da parte del Pd parte la manovra ostruzionistica, decine di emendamenti per tenere inchiodata la maggioranza in aula, con Ruzzante in dotte e forbite disquisizioni che non lasciano indifferente l'assessore Donazzan. La quale twitta: Grazie @pieroruzzante perché hai fatto lezione in @consiglioveneto sulla grande storia del #veneto. #nessunaminoranza ma tanta ignoranza. Finco replica a Donazzan con un altro tweet: Alleanza fascio comunista. Altro che Dio, patria e famiglia. Donazzan se ne accorge e avvisa Giorgetti. Giorgetti si alza in piedi e lascia tutti di stucco: «Sapete che siamo contrari a questa proposta di legge ma che stavamo in aula, ma se devo leggere da un capogruppo di maggioranza di fascio comunista contro il Veneto, permettetemi, vado da mia moglie che mi aspetta per cena». Giorgetti esce, Donazzan esce, si vota e manca il numero legale. L'aula guarda Finco. Lui si infila il giubbotto e prende la porta: «Non ci sto a farmi dare dell'ignorante. E se mi so ignorante, ea xe na soca».
I lavori riprendono martedì. Con quali rapporti tra Forza Italia e Lega non si sa.
Ultimo aggiornamento: 10:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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