TRIESTE - «Ridurre le tariffe o introdurre abbonamenti per pendolari e camionisti? Impossibile, tecnicamente impraticabile e giuridicamente illecito. A meno che non intervengano garanzie di legge assolute e fideiussioni equipollenti ai mancati introiti determinati da tali misure».
Emilio Terpin, presidente di Autovie venete, risponde così ai tanti che chiedono d’intervenire per tagliare i pedaggi della rete autostradale in generale e in particolare quelli virtuali dal casello di Villesse a Gorizia lungo la nuova autostrada.
Tralasciando il "dettaglio" che l’aumento del 12,9% previsto dal piano della terza corsia è già stato ridotto al 7,1%, Terpin spiega che l’equilibrio finanziario non può essere ulteriormente minacciato da altre forme di riduzione degli incassi, non ultima per la ragione che «abbiamo anche soci privati ai quali dover rispondere». Ma c’è una ragione superiore che taglia la testa al toro: come pochi sanno, le tariffe sono esclusiva prerogativa dello Stato così come la possibilità di costituire abbonamenti. Autovie venete, al pari degli altri concessionari, ne aveva di parecchi fino a un paio d’anni fa, allorché l’Anas, allora ancora autorità concedente (oggi il Ministero delle Infrastrutture) vietò imperativamente di rilasciare qualsiasi forma di agevolazione tariffaria a chicchessia, fosse pura un’autorità di prima grandezza.
Ma quand’anche il Ministero, come oggi sembra, reintroducesse tale possibilità, resta la necessità di coprire i mancati introiti. E sul punto cascherà senz’altro l’asino: lo Stato non ha soldi, Autovie li cerca e i cantieri languono. Pertanto gli sconti autostradali sulla rete di Autovie rappresentano assai più un dolce miraggio che una concreta prospettiva.
Ultimo aggiornamento: 13:08
© RIPRODUZIONE RISERVATA Emilio Terpin, presidente di Autovie venete, risponde così ai tanti che chiedono d’intervenire per tagliare i pedaggi della rete autostradale in generale e in particolare quelli virtuali dal casello di Villesse a Gorizia lungo la nuova autostrada.
Tralasciando il "dettaglio" che l’aumento del 12,9% previsto dal piano della terza corsia è già stato ridotto al 7,1%, Terpin spiega che l’equilibrio finanziario non può essere ulteriormente minacciato da altre forme di riduzione degli incassi, non ultima per la ragione che «abbiamo anche soci privati ai quali dover rispondere». Ma c’è una ragione superiore che taglia la testa al toro: come pochi sanno, le tariffe sono esclusiva prerogativa dello Stato così come la possibilità di costituire abbonamenti. Autovie venete, al pari degli altri concessionari, ne aveva di parecchi fino a un paio d’anni fa, allorché l’Anas, allora ancora autorità concedente (oggi il Ministero delle Infrastrutture) vietò imperativamente di rilasciare qualsiasi forma di agevolazione tariffaria a chicchessia, fosse pura un’autorità di prima grandezza.
Ma quand’anche il Ministero, come oggi sembra, reintroducesse tale possibilità, resta la necessità di coprire i mancati introiti. E sul punto cascherà senz’altro l’asino: lo Stato non ha soldi, Autovie li cerca e i cantieri languono. Pertanto gli sconti autostradali sulla rete di Autovie rappresentano assai più un dolce miraggio che una concreta prospettiva.
