Consigliere della Sinistra beccato
con due camere nella stessa notte

Venerdì 17 Gennaio 2014 di Elisabetta Batic
Il procuratore capo della Corte dei conti, Maurizio Zappatori
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TRIESTE - Due fatture in albergo rilasciate a Trieste nell’arco della stessa giornata, ma anche numerose consumazioni a Capodistria, Lubiana e Nova Gorica oltre ad omaggi natalizi (agende e vini per lo più) ai dipendenti della Regione. Sono alcune delle spese che a Trieste il procuratore capo della Corte dei Conti Maurizio Zappatori ha elencato durante l’udienza a carico dell’ex capogruppo della Sinistra l’Arcobaleno Igor Kocijancic nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi percepiti dai Gruppi consiliari durante la legislatura 2008-2013.



Al triestino Kocijancic, difeso dall’avvocato Bruno Belleli, la magistratura contabile contesta un danno erariale pari a 7.320 euro di cui 2.600 circa (pari ad 84 scontrini) riferiti a spese personali in merito alle quali, contesta l’accusa «i pochi chiarimenti forniti sono preoccupanti». Il procuratore Zappatori si è riferito in particolare agli omaggi natalizi donati ai dipendenti interni del Palazzo sottolineando che i doni di rappresentanza «vanno regalati a personalità esterne». Sulla doppia fattura rilasciata da un hotel di Trieste nello stesso giorno «non si sa nulla», mentre sulle consumazioni oltreconfine «sarebbe interessante che vengano chiarite».



«Non c’è prova che la spesa sia indebita», ha evidenziato la difesa, ma per l’accusa «chiunque sia investito da denaro pubblico deve documentare le spese effettuate». Nella mattinata di ieri si sono svolte anche le udienze a carico di Alessia Rosolen (ex Un’Altra Regione difesa dall’avvocato Renato Fusco) e dell’ex capogruppo Udc Edoardo Sasco, assistito dall’avvocato Dario Lunder. Nel caso di Sasco il danno erariale imputato è di 21.777 euro di cui 14.488 per spese personali riconducibili a pranzi, cene, consumazioni in bar e gelaterie. Cinquecento scontrini in tutto privi di particolari indicazioni, quasi un «eccesso di potere» ha detto l’accusa.



Ad Alessia Rosolen, la Corte imputa 23.116 euro di danno erariale. Frequenti nel suo caso i rifornimenti di benzina (alcuni, a detta della difesa, inseriti erroneamente), pasti in ristorante e parcheggi ma anche minimi importi (tra i 1173 scontrini esaminati) al bar che per l’accusa «dimostrano l’inattendibilità delle spese di rappresentanza» oltre a 1.320 euro per un rinfresco natalizio con i cittadini elettori. «Spese fatte in legittima fede» ha replicato la difesa chiedendo la sospensione del giudizio. Slittata al 10 aprile l’udienza a carico di Paolo Ciani (ex Fli).
Ultimo aggiornamento: 15:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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